Solo il tetto massimo dei 19 voti
salva D'Alessandro dalla sfiducia

La mozione dell'opposizione è arrivata a 18 voti
I consiglieri liberal di Forza Italia in ironici papillon

L’assessore all’Urbanistica, Umberto D’Alessandro, si è salvato in extremis dalla sfiducia. La mozione presentata dall’opposizione per chiedere le sue dimissioni a seguito della vicenda del cantiere edile di via Magni (bloccato da un’ordinanza di sospensione lavori) ieri sera non è stata approvata. Ma il risultato della votazione a scrutinio segreto ha comunque evidenziato tutta la precarietà di equilibri della maggioranza. Su 37 votanti (assenti Magatti di Paco, Ezia Molinari, Etta Sosio ed Enrico Gelpi di Forza Italia) i voti favorevoli alla sfiducia sono stati 18, i contrari 16, le schede bianche 2 e 1 voto nullo. Benché la maggioranza dei votanti abbia votato a favore (il centrosinistra era presente con 14 consiglieri), la mozione non è stata dichiarata approvata. Il numero di voti favorevoli minimo per far sì che la mozione passasse sarebbe dovuto essere 19. L’esito della votazione, però, non è stato subito pacifico. Tutt’altro. All’inizio il presidente Mario Pastore ha proclamato l’approvazione della mozione di sfiducia suscitando un’ovazione tra i banchi delle minoranze. Poi il vaglio del caso da parte del vicesegretario Oliviero Emoroso ha invertito l’esito del voto.

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