Strage sulla 38: la corsia sbagliata che spezza la vita in modo assurdo

Bollettino di guerra. Dodici morti dall’inizio dell’anno. Disattenzione, alcol e droga le cause più frequenti.

Chi segue le notizie della superstrada 36 del lago lo sa perfettamente: la possibilità di trovarsi di fronte un’auto in contromano non è certo frequente, questo no, ma è tutt’altro che impossibile. I precedenti sono incredibilmente numerosi. E spesso hanno conseguenze drammatiche. In Valtellina è ancora vivo il ricordo dell’incidente del giugno di 12 anni fa, quando il popolare pilota di rally e maestro di sci sondriese Fabrizio Dordi fu ucciso in superstada nella zona di Piantedo da un furgone in contromano.

I dati diffusi ieri dall’Osservatorio Asaps (l’Associazione sostenitori della Polstrada) e riferiti a quest’anno non ancora concluso non fanno che confermare quanto il tema sia attuale e tutt’altro che marginale, in materia di sicurezza stradale: si sono registrati 150 episodi significativi (129 su carreggiate separate e 36 su strade ordinarie) di incidenti stradali causati da veicoli contromano. Le conseguenze? Dodici persone sono morte e 75 sono rimaste ferite, spesso anche in modo molto serio. Il dato non sorprende: in questi casi lo scontro è praticamente sempre di tipo frontale, il peggiore. Nel 22,7% dei casi il conducente a cui si imputa l’errore era un anziano, nel 15% un ubriaco o una persona sotto l’effetto di stupefacenti, nel 9,3% dei casi uno straniero.

Tirando le somme, quindi, a distrazione, condizioni psicofisiche inadeguate alla guida e scarsa conoscenza delle norme che regolano la circolazione stradale va imputata la gran parte degli incidenti di questo tipo. Le cifre relative al 2018, aggiornate alla luce della tragedia dell’altra notte in Valtellina, sono già superiori a quelle del 2017. Nel corso dell’anno scorso gli episodi considerati significativi erano stati 221, 11 le persone decedute e 114 quelle rimaste ferite. Erano stati 144 gli episodi avvenuti su carreggiate separate, 77 quelli su carreggiate ordinarie. Nel 26,7% dei casi erano stati coinvolti anziani, nell 13,6% ubriachi o persone sotto l’effetto di droghe, nel 9,5% stranieri, dati, questi ultimi, in linea con quelli del 2018.

La dimensione del fenomeno, in ogni caso, va decisamente oltre i confini valtellinesi. In provincia, i punti critici sono la variante di Morbegno e la tangenziale di Sondrio. Qui ci era scappato il morto nell’estate del 2011. Una donna aveva perso la vita nello scontro tra due auto alla Sassella, dove chi arriva dalla Bassa Valle imbocca la tangenziale.

Sembra che anche in quel caso, come in altri dalle conseguenze meno drammatiche, il conducente della vettura diretta verso l’Alta Valle si fosse messo sulla corsia di sinistra convinto di entrare in una strada a doppia corsia e a senso unico di marcia. Il frontale con la vettura che stava arrivando in quel momento era stato inevitabile.

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