Tangenziale, crescono i passaggi
Ma il pedaggio si paga ancora

Sul primo tratto media di 12.300 veicoli al giorno, 11% in più in un anno. Il presidente sul secondo lotto: «Serve un progetto più semplice»

In un anno i transiti sul primo lotto della tangenziale di Como - lungo appena 2,4 chilometri - sono cresciuti dell’11%. In pratica, secondo i dati forniti da Autostrada Pedemontana, che ha appena approvato il bilancio, si tratta di 12.326 medi al giorno contro i circa 11mila del 2018. Tradotto in soldi si parla di un incasso pari a più o meno 2 milioni di euro solo per il pezzetto comasco.

Pedaggio che i comaschi continueranno a pagare. All’orizzonte, infatti, non si vedono schiarite che possano portare alla gratuità. Anche perché i numeri complessivi dell’intero sistema autostradale (più 12% nei ricavi, attestati a 40,8 milioni di euro e utile netto pari a 3,6 milioni) non si ripeteranno nel 2020. «Le proiezioni e il trend positivo - spiega il presidente Roberto Castelli - hanno subito in questi mesi una forte battuta d’arresto e le nostre stime, se non capiterà altro a ottobre, ci dicono che soffriremo ma resisteremo». Sul tema del pedaggio Castelli dice: «Preciso la posizione di Pedemontana, non per sfuggire a qualcosa, ma per essere chiari. Noi siamo ente tecnico che cerca di soddisfare al meglio il mandato ricevuto ed è quello che stiamo facendo. Sui pedaggi le decisioni sono di Parlamento, Governo, Cipe, Regione e Cal. Se si potesse togliere il pedaggio o ridurlo sarei il primo ad essere contento, ma ripeto che noi dobbiamo far quadrare i conti». Qualche riflessione, dice Castelli, si sta facendo con alcune soluzioni sul tavolo, ma la priorità è quella di avere il bilancio in ordine.

Castelli, che conosce bene la vicenda Pedemontana e il nodo dell’incompiuta comasca, essendo stato viceministro alle Infrastrutture tra il 2009 e il 2011, parla anche del secondo lotto ancora un punto interrogativo. «Se tolgo la giacca da tecnico e indosso quella dell’uomo politico che ricorda il progetto dall’inizio - dice - credo che si debba pensare a riprogettare il secondo lotto in modo più “frugale” e che sia meno costoso (il progetto definitivo era arrivato a più di 850 milioni di euro, ndr). Credo che questo sia il momento per ripensarlo in modo più semplice. Da lombardo dico che piuttosto che niente, è meglio piuttosto». Non entra nel merito, ma le opzioni potrebbero essere quelle di pensare a un collegamento a scorrimento veloce (tipo la galleria di Pusiano) o a un’infrastruttura con gallerie a canna singola, o ancora percorsi alternativi.

In qualsiasi caso non si potrà non passare da un contributo statale (sull’opera che sta proseguendo con l’obiettivo di arrivare a Bergamo), anche se il pubblico ha messo finora un miliardo di euro. Senza soldi pubblici, Como continuerà ad avere, dopo vent’anni dalle prime carte, solo 2,4 chilometri.

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