Tragedia di Moregallo
La figlia l’aveva detto
«Papà, non tuffarti»

Il cognato rivela: «Renato aveva preparato il salto da 25 metri, mia nipote cercò di dissuaderlo». «Era là con un amico, che gli ha detto di non farlo. Un grande sportivo, non doveva finire così». Domani funerali a Brenna

Anche in famiglia c’è la sensazione che quel tuffo dai 25 metri di altezza si poteva evitare. Ma oggi che si piange la morte di Renato Barilani, 49 anni, tutti i parenti, a partire della famiglia di Alessia Pozzi - la moglie - non possono non ricordare il carattere coriaceo di uno sportivo che ha voluto provare una sensazione per lui nuova. Un lato della sua personalità che tutti vogliono rispettare. Per un’azione che comunque nessuno avrebbe potuto impedirgli.

Anche se era stata una delle figlie - Barilani lascia due ragazzine di 10 e di 13 anni - a sconsigliare quel trampolino naturale a Moregallo, sul lago di Lecco. «Papà, non tuffarti da lassù», aveva detto quando il padre stesso le aveva confidato che gli sarebbe piaciuto, prima o poi, provare il salto.

All’indomani della tragedia, sono gli stessi familiari a interrogarsi su quanto sia avvenuto. «A noi non aveva mai detto nulla - confida il cognato, Luca Pozzi - ma sappiamo che a una delle figlie aveva espresso questo suo desiderio. Aveva provato a tuffarsi da dieci metri. Probabilmente, dato che Renato era uno che si documentava, aveva anche cercato, studiato il modo per fare quel salto».

E’ stato un ragazzo che era con lui al momento della tragedia - e che ha provato a dissuaderlo dal fare il tuffo - a raccontare ai familiari che cosa è successo.

I funerali sono previsti domani, venerdì 14 agosto, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Brenna, dedicata a San Gaetano.

Una pagina speciale su “La Provincia” di giovedì 13 agosto 2015.

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