Trovato e sequestrato
Il quadro di Leonardo e i dubbi

È il ritratto di Isabella d’Este: è stato sequestrato nel caveau di una banca di Lugano. Autentico per Pedretti, lo aveva scoperto il comasco Solari

Una storia che ha come protagonisti un dipinto, la guardi finanza, il nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio artistico e un genio assoluto dell’arte come Leonardo. Una storia che arriva fino a Como e, più precisamente, alla casa di Ernesto Solari, docente di storia dell’arte, artista e ricercatore nonché studioso dell’opera di Leonardo.

E a riportarla allo scoperto è stato il sequestro, in un caveau Lugano, del quadro ”Ritratto di Isabella d’Este” ordinato dalla procura di Pesaro, nell’ambito di un attività investigativa. Il dipinto, secondo Solari e Carlo Pedretti (uno dei maggiori esperti viventi) , sarebbe l’unico olio su tela attribuito a Leonardo Da Vinci, raffigurante “Isabella D’Este”, del valore non inferiore ai novantacinque milioni e che stava per essere venduto alla somma di 120 milioni.

La storia ha inizio nell’agosto del 2013. I carabinieri appurano che il quadro è stato esportato clandestinamente e che si trova nel caveau di una banca. La procura fa una richiesta urgente di rogatoria internazionale a cui l’autorità giudiziaria di Lugano dà immediata esecuzione. Ma quando arrivano, gli investigatori trovano il caveau vuoto: il quadro è stato prelevato dai proprietari e portato altrove. Ma a ottobre il ritratto di Isabella torna protagonista in un servizio esclusivo del magazine del Corriere della Sera “Sette”, che lo trova e pubblica una lettera del professor Carlo Pedretti ai proprietari nella quale racconta l’origine di « questo eccezionale dipinto nel quale non esito a riconoscere l’intervento di Leonardo particolarmente nella parte del volto».

Le indagini a questo si incrociano con quelle della guardia di finanza su una serie di truffe - falsi incidenti stradali - ai danni di alcune compagnie di assicurazioni. In questo contesto sono state acquisite notizie utili alla localizzazione del dipinto. Da qui il sequestro nel caveau.

Ma la storia del quadro non è ancora finita. Una volta rientrato in Italia il quadro sarà sottoposto a una serie di analisi. Ma il critico d’arte Vittorio Sgarbi non ha dubbi fin d’ora: un dipinto «da porta Portese inventato da Pedretti, una crosta, di qualità modestissima, opera di un peracottaro che l’ha dipinto almeno 50 anni dopo e che vale al massimo 2000 euro». Molto cauto lo storico e critico dell’arte Alessandro Vezzosi: «Non ho visto l’opera, ma in base alla documentazione che in parte circolava non ci sono elementi per un’attribuzione certa. L’ipotesi attuale è che l’autore sia un seguace di Leonardo e non coevo, ma non si può escludere nulla e la storia dell’arte riserva sempre sorprese». Vezzosi non esclude poi che sotto il dipinto vi possa essere un disegno o una bozza.

E lo stesso Pedretti e il comasco Solari hanno parlato, già in passato, di porzioni dell’opera attribuibili a Leonardo. «Io e Pedretti riteniamo leonardesco solo il volto e un abbozzo generale sottostante la realizzazione posticcia. L’unico aspetto su cui stiamo ancora lavorando è la datazione esatta del dipinto che il Pedretti pone, con ancora qualche dubbio, durante il viaggio di Isabella a Roma nel 1513/14».

© RIPRODUZIONE RISERVATA