Uggé: «Carichi speciali, bypassata la norma»

Parla l'’ex sottosegretario ai Trasporti. «Già dal 2005 c’è una circolare sui trasporti eccezionali».

«Quanti cavalcavia in Italia si trovano nelle stesse condizioni di quello di Annone? Ha senso mettere a rischio la vita delle persone per risparmiare quattro soldi?». Domande pesanti quelle che Paolo Uggé, già sottosegretario ai Trasporti, pone dopo il crollo della struttura lecchese sotto il peso di un tir, venerdì sera. Uggé, che raggiunge Teglio nel week end, era passato da lì un paio di ore prima. Ha schivato la tragedia, ma sottolinea chiaramente che quanto accaduto di sarebbe potuto evitare. Sarebbe bastato rispettare la circolare che proprio lui fece emanare undici anni fa e che poneva limiti precisi per i trasporti eccezionali.

«Feci emanare dal ministero dei Trasporti la circolare n. 108 del 6 settembre 2005 sul trasporto effettuato dai veicoli eccezionali – spiega - nella quale si stabiliva, in aderenza con il Codice della strada, che su un mezzo eccezionale (fino a 108 tonnellate di peso) si dovesse trasportare solo un pezzo unico e indivisibile, ad esempio, un masso di granito o una turbina. Ovviamente eccezionale significa che non il trasporto non può essere effettuato tutti i giorni. Un autotrasportatore di Lecco fece domanda alla Provincia per ottenere un’autorizzazione e la Provincia, alla luce della circolare, non l’accettò. L’autotrasportatore, dietro cui stava la lobby del ferro, impugnò il diniego al Tar del Lazio che decise per una sospensiva dell’atto della Provincia, senza più entrare nel merito della questione in seguito. A quel punto i committenti hanno obbligato gli autotrasportatori a usare, al posto di tre camion di 30 tonnellate, uno solo di 108 tonnellate con un pezzo unico per risparmiare sui viaggi, ma mettendo chiaramente in condizioni di possibile rischio i manufatti in giro per l’Italia».

La conseguenza per Uggé è che questi mezzi eccezionali, divenuti la “norma”, stanno rovinando le strade con costi di manutenzione e intervento, effettuati da Anas, che ricadono su Stato e cittadini.

Un ulteriore aggravamento - spiega - è avvenuto un paio di anni fa quando il ministero dei Trasporti ha emanato un’ulteriore norma, in base a cui si poteva usare il mezzo eccezionale anche senza che ci fosse un pezzo indivisibile, andando pertanto a cambiare il codice della strada.

«Ciò ha moltiplicato la presenza di mezzi eccezionali che quotidianamente passano sui cavalcavia – afferma Uggé -. Questa è la ragione per cui si stanno rovinando i manufatti d’Italia. Non si può consentire di far passare in modo indiscriminato i veicoli eccezionali per risparmiare denaro. Parliamo di cavalcavia che necessitano di manutenzione e di verifiche. Penso al collegamento La Spezia-Parma dove è in atto un costante lavoro di manutenzione poiché passano camion pieni di marmo. Ho chiesto di cambiare la norma ma non è stato fatto e dopo quanto accaduto ad Annone ha chiamato il ministro Delrio per far presente ancora una volta i miei dubbi».

«Stavolta è andata relativamente bene in termini di vite umane - conclude Uggé - con un morto e qualche ferito, ma quanti altri cavalcavia sono a rischio? Peraltro nella zona dove è caduto il ponte venerdì sera c’è un’acciaieria e di lì passano almeno dieci camion al giorno».

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