Un confronto lungo un anno
per la scuola di domani

Al via la consultazione sul sito del governo. Renzi: stop alla supplentite, verrà premiato il merito

In attesa del “pacchetto” completo Matteo Renzi ieri, col contagocce, attraverso la sua “enews”, ha anticipato alcuni dei contenuti de “La buona scuola”, le Linee guida per un restyling dell’istruzione che, dopo una meditata gestazione,

approdano stamattina sul web.

Poche gocce significative.

Premettendo che il Governo non farà l’ennesima riforma della scuola ma prospetta un nuovo patto educativo, il presidente del consiglio è passato alla sostanza. “Proporremo agli insegnanti - ha spiegato - di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità: sarebbe, sarà, una svolta enorme”.

A proposito di precariato, il ministro Giannini, da Bruxelles, ha aggiunto che “l’idea non è stabilizzare i precari ma riflettere su come far finire questo metodo negativo che ha soffocato la scuola italiana. E’ necessario cambiare il sistema

con un cambio di regole”.

Di una cosa il presidente del consiglio pare convinto: “L’Italia tra vent’anni non sarà come l’avranno fatta i decreti attuativi della Ragioneria dello Stato o le interviste dei ministri o gli editoriali dei professori. L’Italia sarà come l’avranno fatta le maestre elementari, gli insegnanti di scuola superiore, le famiglie che sono innanzitutto comunità educanti”. E per tornare nel concreto ha assicurato che nella scuola verranno messi più soldi “ma facendo comunque tanta spending review: perché educare non è mai un costo, ma gli sprechi - ha ammonito - sono inaccettabili soprattutto nei settori chiave”.

Nella legge di stabilità ci saranno dunque le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti. Nel frattempo si continuerà a investire sull’edilizia scolastica. Per essere coerente con quanto enunciato nella Copertina, il Premier ha precisato che quelle di domani sono proposte, “non diktat prendere o lasciare”: “dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo tutti”. “Chiederemo alle famiglie e agli studenti se condividono le nostre proposte sui temi oggetto di insegnamento, le materie, quelli che quando andavamo a scuola noi chiamavamo il programma: dalla storia dell’arte alla musica, dall’inglese al coding (programmazione informatica, ndr). Chiederemo ai presidi di fare di più, aumentando competenze e responsabilità, ma anche snellendo la struttura amministrativa attraverso un percorso di digitalizzazione procedurale spinta” ha detto Renzi aggiungendo che per lui la scuola “è alfa e omega di tutto”.

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