Cronaca
Martedì 21 Ottobre 2008
Università, sette corsi di laurea
finiscono in serie C: rischiano di sparire
Il Nucleo di valutazione dà i voti alle facoltà dell’Insubria
La scure colpisce Sicenze. Il preside: «Salviamo Fisica»
È un campionato a tre fasce quello che vede protagonisti i corsi di laurea dell’Università dell’Insubria: chi si piazza nelle retrovie rischia la cancellazione. E al momento, nella classifica compilata dal Nucleo di valutazione d’ateneo, incaricato dal rettore di fotografare lo stato dell’arte e di suggerire le "potature" da effettuare per adeguarsi al "decreto Mussi" (54/2004), tra gli otto corsi finiti in serie C sette sono comaschi. Si tratta, nell’ordine, di Fisica, fanalino di coda con il suo 0,8% (dato che si riferisce agli immatricolati in rapporto al totale dell’ateneo, escluse le lauree sanitarie), preceduta da Matematica (1,1), Scienze ambientali (1,2), Scienze e tecnologie dell’informazione (1,5), Scienze dei servizi giuridici per giuristi d’impresa e delle pubbliche amministrazioni (1,8), Chimica e chimica industriale (1,9), Scienze dei beni culturali (2,1).
Cosa rischiano questi corsi, e chi li frequenta? Il Nucleo di valutazione suggerisce, innanzi tutto, di «accorpare i corsi comuni organizzando i "curricula" sulle due sedi»: caso che si riferisce a due lauree comasche, Scienze ambientali e Scienze e tecnologie dell’informazione, ritenute duplicazioni di altrettanti corsi varesini, rispettivamente Analisi e gestione delle risorse naturali e Informatica. Di quattro lauree se ne dovrebbero fare due, con lezioni sdoppiate su entrambi i poli dell’ateneo, in modo da salvaguardare le iscrizioni, visto che, ha rilevato il Nucleo, difficilmente gli studenti si spostano da Como a Varese vista la carenza di trasporti.
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