Vittorio Emanuele arrestato sul lago di Como. Tutto archiviato, è stato risarcito

L’ex erede al trono era stato fermato nel 2006 a Varenna

Nove anni dopo il clamoroso arresto di Vittorio Emanuele di Savoia, effettuato durante un incontro pubblico a Varenna il 16 giugno 2006 nell’ambito di un’inchiesta che aveva interessato anche Campione d’Italia, l’ex erede al trono - prosciolto da ogni accusa - ha ottenuto dallo Stato italiano un risarcimento di 40 mila euro per i sette giorni trascorsi (ingiustamente) in cella e per la detenzione agli arresti domiciliari

Lo ha riferito il legale di Vittorio Emanuele, Francesco Murgia, al quotidiano Il Giornale, che ha pubblicato oggi la notizia.

Vittorio Emanuele era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al gioco di azzardo e sfruttamento della prostituzione. Sullo sfondo del’indagine, condotta dalla procura di Potenza e dal pm Woodcock, i contratti e i contatti che l’esponente di casa Savoia aveva avuto con il casinò di Campione. I magistrati di Potenza trasferirono due fascicoli alla Procura di Como, quelli relativi alla presunta corruzione dell’ex sindaco di Campione Roberto Salmoiraghi e di funzionari dei Monopoli di Stato e degli episodi di presunto sfruttamento della prostituzione. Già nel 2007 la Procura della Repubblica di Como, sulla scorta del riesame integrale di tutte le intercettazioni, chiese l’archiviazione delle due inchieste aperte, archiviazione arrivata il 27 marzo dello stesso anno.

Nei confronti di Vittorio Emanuele rimase aperto un ultimo fascicolo, arrivato a dibattimento, ma terminato con il proscioglimento. Da qui la richiesta di risarcimento andata a buon fine.

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