Economia
Lunedì 23 Febbraio 2009
G8, misure più strette sui mercati
Berlusconi: Italia meglio degli altri
Il vertice del G8 si è chiuso con un accordo sottoscritto da tutti i éPaesi d'Europa: una nuova stretta sui mercati finanziari e una stretta intorno ai troppi paradisi fiscali che minano la stabilità dei paesi e dei mercati.
Parole che creano qualche sorriso fra i capi di Stato e di governo, ma che evidentemente sono dettate dalla necessità di tranquillizzare investitori e mercati sulla tenuta del sistema italiano.
Non che sia un concetto nuovo. Berlusconi lo ripete da tempo.
Ma dirlo davanti alla stampa internazionale e soprattutto di fronte a leader come Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Gordon Brown, suona in modo completamente diverso. Tanto che lo stesso Berlusconi quasi si scusa con i colleghi: «lasciatemi dire una cosa che riguarda il mio Paese», premette nella sala stampa della moderna cancelleria costruita ai tempi del trasferimento della capitale da Bonn a Berlino. L'Italia, osserva, «si trova in una situazione migliore rispetto a ciò che ho ascoltato come preoccupazioni da parte dei miei colleghi». I motivi, aggiunge, sono principalmente tre: «Abbiamo un sistema bancario solido» visto che gli istituti sono rimasti lontani dai «titoli tossici»; le famiglie hanno una «maggiore propensione al risparmio» e dunque sono meno indebitate; ed infine il sistema sociale offre maggiori garanzie in caso di disoccupazione con il 70% della retribuzione garantita e l'assistenza sanitaria pubblica. E per rafforzare il concetto, il premier sottolinea la rapidità con cui si è mosso il suo esecutivo: «Vorrei ricordare che il governo italiano si è mosso con tempestività assoluta, destinando 2 punti e mezzo di pil, pari a 40 miliardi di euro, per risolvere la crisi».
Gordon Borwn e Angela Merkel si guardano mentre nell'auricolare arrivano le parolep del presidente del Consiglio italiano. Il britannico sussurra qualcosa al cancelliere e poi ridono insieme. Anche Nicolas Sarkozy si allarga in un sorriso: impossibile dire se di circostanza o genuino. Di certo la temperatura in sala sembra abbassarsi un pò. La questione, in ogni caso, si chiude qui.
Il Cavaliere si dice soddisfatto per l'esito del vertice: parla di «accordo totale» sulla necessità di soluzioni «condivise e coordinate», così come sull'esigenza di «abrogare le attuali regole della finanza internazionale» per riscriverle e adottare un «global legal standard» e sulla convinzione che si debba evitare la «trappola del protezionismo». Certo, degli 'eurobond' di Giulio Tremonti - anch'egli a Berlino - non si è parlato. Il tema è stato «demandata a livello di ministri delle finanze», spiega. Ora bisogna «discutere i contenuti delle regole e degli interventi», ma quella di oggi - assicura - «è una tappa importante verso il G20 di Londra» e sta andando «nella direzione giusta».
La conferenza stampa termina qui, ma il Cavaliere non può ancora lasciare la cancelleria: lo attende una bilaterale con la Merkel. «Abbiamo parlato del G8», spiega prima di lasciare Berlino, annunciando che i leader europei (nella stessa formazione di oggi) potrebbero fare tappa negli Stati Uniti, dal presidente Barack Obama, forse addirittura prima del G20 di inizio aprile. Un modo, spiega, per «coinvolgere» tutti i grandi, Cina compresa, ed arrivare a Londra con una «azione già definita per uscire dalla crisi». Anche se, aggiunge, per ora è solo una «idea». In veste di presidente del G8, poi, il premier ha anche la responsabilità di non offuscare l'incontro fra gli Otto grandi. Si è deciso - sottolinea - che il G20, sotto presidenza britannica, si occupi degli aspetti tecnici, lasciando al formato più ristretto l'indirizzo politico.
Prima di salire nella sua auto blindata, Berlusconi spiega perchè abbia voluto sottolineare in quel contesto come mai l'Italia navighi in acque migliori: «Ho voluto sottolineare una situazione che purtroppo per loro esiste». I nostri istituti, invece, sono «solidi» tanto che nessuno di loro ha ancora sottoscritto i cosiddetti 'Tremonti-bond'. E ciò nonostante i ripetuti inviti del governo. «Ad ora, non abbiamo notizia di una banca italiana che voglia profittare di questa disponibilità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA