Economia
Lunedì 02 Marzo 2009
Il Pil dell'Italia crolla al 1975
Nel 2008 - 1%, cresce il debito
Il Pil dell'Italia, la ricchezza del belpaese nel 2008 non solo non è aumentata ma diminuita dell'1%, tornando ai valori del 1975 e registrando un dato mai così basso. Altro dato critico: sale il debito pubblico a 15,7 milirdi.
Migliore nel 2008 è invece la situazione sotto il profilo dei conti pubblici: il deficit lo scorso anno si è attestato al 2,7% e il Tesoro commenta il dato «con grande soddisfazione. I dati di chiusura del 2008 - sottolinea il ministero dell'Economia - ci hanno consentito di mettere fieno in cascina per il 2009».
Qualche nube appare dalle prime indicazione dei conti pubblici del 2009. A febbraio il fabbisogno è peggiorato di 4,3 miliardi, anche per una riduzione del gettito pari a 2,5 miliardi: nei primi due mesi, così, il «rosso» di cassa del bilancio statale sale a quota 15,7 miliardi, con un peggioramento di 6,6 miliardi rispetto allo scorso anno.
Tornando al prodotto interno lordo, il dato negativo dell'Italia non risulta neanche in linea con gli altri Paesi europei, visto che il Pil della Germania nel 2008 è cresciuto dell'1,3% e quello di Regno Unito e Francia dello 0,7%.
L'economia dunque va male e a pesare è soprattutto la domanda delle famiglie, diminuita in un anno dello 0,9%; è drasticamente calata anche la spesa sul territorio italiano effettuata da non residenti (-2,6%). Chiudono il 2008 in 'rossò anche gli investimenti (-3%) e le esportazioni (-3,7%). In caduta libera il valore aggiunto dell'industria (-3,2%) e in calo risultano anche le costruzioni e i servizi. Solo per l'agricoltura si registra un progresso e il valore aggiunto del settore lo scorso anno è cresciuto del 2,4%.
Lo scorso anno ha comunque tenuto l'occupazione: se le unità di lavoro sono lievemente calate (-0,1%), il numero delle persone occupate risulta in, se pur debole, crescita (+0,3%).
Sul fronte della finanza pubblica il dato principale è quello del rapporto tra deficit e Pil: 2,7% nel 2008, ben sotto il 3% e tutto sommato in linea con il 2,6% indicato nell'ultima stima del governo, contenuta nell'aggiornamento del Programma di stabilità. Meno positivi i dati se si guarda invece al saldo primario (2,5%), cresciuto nel 2008 un punto percentuale in meno rispetto al 2007. Rallentano le entrate (+1,2% rispetto al +6,5% del 2007) e crescono meno della spesa (+3,6%). Nonostante l'aumento delle entrate si registra però nel 2008 un alleggerimento della pressione fiscale, scesa al 42,8% dal 43,1% del 2007. La causa è ancora una volta il rallentamento del ciclo economico che comporta minori entrate indirette; ma incide sul dato anche l'eliminazione dell'Ici sulla prima casa decisa proprio nel 2008.
I sindacati chiedono al governo maggiori interventi per far fronte alla crisi economica che si sta rilevando peggiore di ogni previsione. «Il 2008 è andato peggio del previsto - ha commentato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - e ci vuole un intervento del governo maggiore, sia in termini qualitativi che quantitativi». Per il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, servono investimenti in «infrastrutture, ricerca e energie alternative». Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl, dice infine che il dato sul Pil «preoccupa ma non stupisce. Occorre fare di più per evitare che il protrarsi della crisi abbia conseguenze ancora più gravi del previsto».
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