Economia
Domenica 04 Gennaio 2009
Alitalia, Lega alla guerra dei cieli
Giovedì la marcia su Malpensa
Si alza il tono dello scontro con la Nuova Alitalia e con il governo in vista della definita alleanza della Cai di Colaninno con AirFrance e quindi con il conseguente abbandonao dello scalo varesino. La Lega è decisa a ricorrere a ogni mezzo per frenare questa scelta.
Ma la scelta al partito del Nord, non va giù. Domani, in un 'super verticè al quale dovrebbe partecipare la stessa Moratti e il presidente della Sea Giuseppe Bonomi, la Lega Nord affronterà il tema del futuro di Malpensa. «Dall'incontro - anticipa 'La Padanià - uscirà il piano operativo della nuova battaglia in difesa dell'hub padano. Fondamentale ottenere la liberalizzazione delle rotte». Questo mentre crescono le attese per l' incontro, che dovrebbe essere domani, tra il presidente di Alitalia-Cai Roberto Colaninno e il numero uno di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber; un colloquio che dovrebbe toccare anche la questione Malpensa ma che servirebbe, più che a tenere alta la posta nella trattativa con i francesi, a verificare gli spazi possibili di un rilancio dell'offerta dei tedeschi, una sorta di 'ultima chiamatà, mentre tutto sembra ormai pronto per la firma sull'accordo con Air France-Klm al 25%.
Ma le polemiche divampano. Giovedì è stato indetto il 'Malpensa day' dal presidente della provincia di Milano, Filippo Pionati. Il sindaco milanese, in un'intervista al 'Corriere della Serà, lancia l'allarme occupazione: «Dal 13 gennaio si bloccherà il traffico merci di Malpensa dove passa il 50% delle merci italiane - spiega -. Con relativa messa in mobilità del personale. Sarà una crisi più grave dell'Alfa di Arese».
Moratti insiste sulle ragioni a favore della compagnia tedesca: Lufthansa «ha un modello di business basato sul multi-hub» che garantirebbe lo sviluppo sia di Fiumicino che di Malpensa, e le peculiarità del network internazionale. «Con Lufthansa c'è Star Alliance che ha 17 vettori, mentre Sky Team ne ha 7». Moratti si aspetta «una presa di posizione del governo» e aggiunge «il tema delle liberalizzazioni può essere considerato, ma in seconda battuta anche perchè c'è un problema di tempi e qui è in gioco l'interesse del Paese».
Bloccarle, tuttavia, «sarebbe un suicidio».
«Dopo 10 mesi dalla fallita fusione tra Alitalia e Air France, dopo 300milioni di prestito ponte, dopo 7mila lavoratori in esubero, dopo 4miliardi di costi che pagherà il contribuente italiano, qualcuno vorrebbe riportarci al punto di partenza, cioè alla disputa se è meglio Air France o Lufthansa» replica Penati, secondo il quale «non impegnandosi da subito per la liberalizzazione dei diritti di volo, si mette al sicuro il regime di monopolio interno riservato a Cai» dice toccando il delicato tema della revisione degli accordi bilaterali sulle rotte.
E mentre il Carroccio annuncia battaglia «anche a geometrie variabili», a difesa dello scalo e dei lavoratori, Antonio Di Pietro definisce «cornuti e mazziati» dal governo Berlusconi, i lavoratori di Malpensa e tutte le imprese e i cittadini della Lombardia e del Nord alla conclusione della vicenda Alitalia.
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