Camere di commercio, c’è la svolta
In arrivo il decreto
per la fusione Como-Lecco

Il Consiglio dei ministri ha autorizzato la firma del decreto da parte del ministro Calenda. Comunicazione ufficiale di Unioncamere, l’obiettivo è chiudere tutto entro settembre

La fusione delle Camere di commercio di Como e Lecco si sblocca: ieri il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministro Carlo Calenda ad adottare il decreto di riordino. Dopo che ciò avverrà, la procedura potrà così ripartire e quest’anno nascerà il nuovo ente, con 90mila imprese.

Non proprio un colpo di scena, ma è pur vero che negli ultimi giorni l’incertezza era cresciuta, lasciando spazio a timori e dubbi. Ieri il via libera del Consiglio dei ministri, reso noto da una nota di Unioncamere agli enti dei territori e lo stesso Consiglio dei ministri annunciava la decisione: «Con deliberazione motivata, a norma del medesimo decreto legislativo n.281/97 autorizza il ministro dello Sviluppo economico ad adottare il decreto recante “Riduzione del numero delle Camere di commercio mediante accorpamento, razionalizzazione delle sedi e del personale». Niente di più, se non una conferma dello scopo: «L’adozione del provvedimento è necessaria ai fini dell’ottimizzazione e del raggiungimento di maggiori livelli di efficienza delle Camere di commercio». Gli enti diventeranno 60.

«Habemus Papam! – ha esclamato il presidente dell’ente comasco Ambrogio Taborelli – Il Consiglio ha autorizzato Calenda che ora può procedere. Certo, dispiace per il tempo perduto». Rammarico espresso nei giorni scorsi anche dal suo collega lecchese Daniele Riva, che ieri ha commentato: «Bisogna sempre guardare avanti, ci rimettiamo a lavorare». Ora si vedrà quando sarà pronto il decreto , anche con i termini di tempo. Si dovranno raccogliere i dati del 2017, non più del 2016, quindi l’idea era che l’aggregazione potesse andare in porto a settembre.

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