Canepa, entro due mesi le offerte
Sindacati: «Bene il vertice a Roma»

Soddisfazione dei sindacati per le garanzie ricevute dal Mise. Tempi brevi per sviluppare le manifestazioni di interesse

Una prima tappa, ma fondamentale per Canepa: più chiarezza e garanzie dopo l’incontro a Roma. Entro gennaio si aspettano i primi esiti dei contatti con potenziali partner, per passare poi nel mese successivo alle offerte vincolanti. All’indomani del Tavolo convocato al Ministero dello Sviluppo economico, i sindacati hanno emesso i primi comunicati ufficiali. Da Como e dal Salento, dove in tutto lavorano 700 persone. La stessa azienda mercoledì uscendo dall’incontro romano non aveva rilasciato dichiarazioni, ma aveva fatto trasparire la soddisfazione. Ci sono molte manifestazioni d’interesse, ne sono emerse 21 finora, ma si è messa a punto una metodologia precisa per vagliarle, con la valutazione appunto prima delle offerte non vincolanti, poi di quelle vincolanti.

Marco Cordeddu, l’amministratore delegato fresco di nomina, aveva già incontrato i sindacati lariani lunedì e aveva già contribuito a stemperare il clima dopo le difficili settimane seguite alla richiesta di concordato in bianco a Como. A Roma ha ribadito alcuni messaggi cruciali. Il più importante: Canepa c’è, sta portando avanti ordini e il mercato deve cogliere questi segnali rassicuranti. DeA Capital Alternative Funds Sgr Spa – che un anno fa aveva rilevato il 67% delle quote societarie e che prima di Natale aveva immesso 2,5 milioni di euro – crede ancora nel rilancio. E che Canepa appunto ci sia e sia un soggetto prezioso, lo confermano quelle manifestazioni di interesse, pur da vagliare accuratamente: potenziali partner o acquirenti. «Il ministero però – hanno scritto ieri in un comunicato le Rsu di Canepa, Filctem Cgil Como, Femca Cisl dei Laghi e Uiltec del Lario - è arrivato a conclusioni importanti. La prima: il fondo non è riuscito a rilanciare l’azienda, quindi eventuali ingressi di altri fondi vanno attentamente valutati, anche in sede ministeriale. Secondo punto, qualsiasi piano di continuità aziendale o di vendita deve prevedere il mantenimento degli attuali livelli occupazionali del gruppo».

La terza conclusione è ugualmente applaudita dai sindacati: la disponibilità a aiutare anche a livello tecnico e «a fronte di un piano industriale di supportare la richiesta al Ministero del lavoro di eventuali proroghe della cassa integrazione, se necessaria». Nei due stabilimenti di San Fermo e Cavallasca, gli ammortizzatori sociali scadranno ad aprile ed erano serviti ad allontanare i 105 licenziamenti (su 450 dipendenti).

«Ieri è stato un primo importante incontro – osservano le organizzazioni sindacali comasche – lo stesso ministero monitorerà l’evoluzione». Parole condivise dai colleghi pugliesi, che hanno sottolineato come entro tre settimane di fronte a queste manifestazioni di interesse «si potrebbe giungere a una prima offerta non vincolante per poi definirne una vincolante per la fine di febbraio».

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