Canepa vede la luce
Ultimo via libera
sul concordato

Il Tribunale di Como ha omologato la proposta sul debito. Il Gruppo pagherà 14 milioni nei prossimi cinque anni. «Soddisfazione, adesso una soluzione per Melpignano»

Un passo importante nella soluzione della crisi della Canepa: il Tribunale di Como ha omologato la proposta di concordato presentata da Michele Canepa che nell’aprile 2019, con un gesto coraggioso, ha ricomprato l’azienda di famiglia in seguito all’uscita del fondo di private equity DeA Capital.

Per l’industriale è iniziato un lungo iter per scongiurare il fallimento del Gruppo di San Fermo.

A giugno «ho presentato al giudice una proposta di concordato preventivo. Il Commissario, nominato dal Tribunale per verificarne la sostenibilità, ha dichiarato che era accettabile. A questo punto si è dovuto sottoporre ai fornitori la proposta di ristrutturazione del debito e il 72% ha votato a favore. Nei tempi previsti il commissario ha consegnato la relazione al giudice con l’approvazione per l’omologa, su cui si il Tribunale di Como si è espresso favorevolmente lo scorso lunedì» spiega Michele Canepa.

I pagamenti

L’omologa prevede il pagamento del debito verso i creditori privilegiati, di circa 9 milioni di euro, entro gennaio 2021. La quota dei chirografari, di circa 5 milioni, sarà versata nei 4 anni a seguire 2021-2024.

L’industriale ha dovuto offrire garanzie personali, a soddisfacimento del debito. «Sono contento di poter assicurare non solo continuità all’azienda- sottolinea Canepa- ma soprattutto garantire il posto di lavoro agli oltre 310 dipendenti di Canepa S.p.A. e ai 90 dipendenti della stamperia Stil S.r.l. Adesso la sfida più impegnativa è quella di trovare una soluzione per lo stabilimento di Melpignano in Puglia, azienda faconista del Gruppo, che dipende quindi totalmente dalle commesse della casa-madre. Oggi però il mercato sta attraversando momenti difficili, non c’è più la mole di produzione degli anni pre-crisi, in uno scenario simile difficile intravedere prospettive di continuità».

La svolta

Con l’omologazione del concordato il debitore torna in bonis, riacquista la possibilità di disporre del proprio patrimonio e di gestire l’azienda, compiendo gli atti ordinari e straordinari previsti dal piano, senza necessità di autorizzazione, ferma restando la vigilanza degli organi della procedura. La società torna così ad acquisire piena autonomia operativa. Giunge così a compimento l’operazione iniziata l’8 aprile dello scorso anno, data in cui è stato formalizzato l’acquisto del Gruppo da parte di Micele Canepa e Maurizio Ceriani con il 4%. Un intervento che è valso a mettere in sicurezza l’azienda dopo la travagliata, qanto breve, gestione del Fondo DeA Capital.

L’esito, non scontato, della vicenda, raccoglie la soddisfazione delle organizzazioni sindacali che pure sono al momento in attesa di una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda. Avverrà nelle prossime ore, poi il passaggio sarà condiviso con i lavoratori in assemblea. Il focus con questi ultimi, al di là del pagamento dei crediti maturati con l’azienda, nell’arco del prossimo anno; ci sarà la strategia di rilancio del gruppo. «Soddisfazione e grande fiducia - dice Serena Gargiulo, segreteria della Uiltec - l’esito di questa vicenda credo sia un messaggio di grande positività anche rispetto al distretto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA