Como, guide turistiche
Così la burocrazia
blocca il lavoro

Il paradosso: c’è mercato ma esami fermi da cinque anni L’appello al ministro: «La paralisi è un danno per tutti»

Servirebbero più guide turistiche, ma accedere alla professione è impossibile. In un territorio a forte richiamo di turisti, come quello della nostra provincia, c’è un problema che affligge il mercato delle guide. Le possibilità di impiego, infatti, sono molte, come le persone preparate che conoscono le lingue e il territorio e che vorrebbero intraprendere la professione, ma gli esami per diventare guida turistica sono bloccati dal 2013.

Dopo alcuni anni di «anarchia assoluta», come spiega la presidente dell’associazione nazionale guide turistiche, Marcella Bagnasco, ora si spera in un cambio di rotta per dare la possibilità a tutti di intraprendere la carriera: «Fino al 2013 eravamo guide territoriali – spiega Bagnasco – con un’abilitazione in ambito provinciale. Poi una risoluzione a livello europeo ha chiesto l’ampliamento dell’abilitazione a livello nazionale».

Una richiesta che ha creato problemi a livello legislativo e ha bloccato di fatto il processo di esami e abilitazione in vigore fino a quel momento, sollevando ricorsi e proteste: «Non è possibile – precisa Bagnasco – poter verificare le competenze su un territorio ampio come quello nazionale. Da quel momento ognuno ha fatto come ha voluto, alcune Regioni hanno organizzato esami, con corsi di preparazione a pagamento e un percorso basato su uno studio a livello provinciale, come in Toscana. In Sardegna invece è stato fatto tutto senza esami, in Emilia-Romagna sono stati organizzati corsi di formazione di 100 ore, in Puglia è stato fatto un bando che ora è bloccato, insomma anarchia assoluta».

Un caos burocratico e legislativo che ferma un comparto di grande sviluppo e potenziale anche per il lavoro dei giovani del nostro territorio e che i rappresentanti delle guide chiedono venga sbloccato fornendo una direzione precisa con requisiti chiari per l’accesso all’esame e alla professione: «Speriamo in una legge di riordino – prosegue Bagnasco – e crediamo che da settembre il ministro Centinaio possa muoversi in questa direzione». Intanto anche a livello regionale, in Lombardia, si punta sulla collaborazione con il Governo per la risoluzione del problema: «Gli assessori regionali al Turismo hanno scritto al Ministro Centinaio a luglio 2018 – fanno sapere da Regione Lombardia – chiedendo con urgenza un incontro per affrontare la tematica». Sul tavolo ci sono da affrontare i problemi dell’accesso alla professione e delle competenze richieste, con la volontà da parte delle associazioni di continuare a sottolineare la difficoltà di un’abilitazione a livello nazionale, oltre al problema dell’abusivismo: «Se non ci sono regole, la conseguenza è l’abusivismo – spiega Bagnasco – che crea un danno erariale, toglie identità e inquina il mercato e la cultura con offerte di scarso livello. Esiste poi tutta quell’attività legata ai free tour nelle città più grandi con guide, per la maggior parte non abilitate, che chiedono una mancia se il turista apprezza il servizio».

Un servizio che rischia di abbassare il livello in un contesto nel quale la qualità è sempre più ricercata dagli operatori: «Per quanto riguarda le guide turistiche – spiega Andrea Camesasca, vice presidente dell’associazione albergatori Confcommercio Como –, la professione va tutelata. Le guide sono figure importanti, di livello professionale, che devono uscire dal semplice modello di guida turistica per specializzarsi in quei segmenti meno conosciuti che attraggono i visitatori curiosi. Mi piacerebbe vedere un turismo non banale, ma di conoscenza e ricerca, come la scoperta geologica del nostro territorio, l’attività green dell’Alto Lago o una guida del razionalismo, che possa far scoprire quella Como e quel lago di Como che interessa un mondo ma è un po’ più nascosto».

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