Como, crisi nel tessile e chimica
Nelle imprese 5.600 posti a rischio

Bilancio pesante per l'industria comasca e per i lavoratori del distretto. Secondo l'ultima indagine della Femca-Cisl la cassa integrazione è più che raddoppiata e la mobilità sta mettendo a rischio quasi 6mila posti di lavoro

s.casiraghi

Sono salite a 124 - il numero più alto fra tutte le province lombarde - le aziende in crisi e con un numero ancora più alto di lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione, oggi arrivati a 5.676 dipendenti di cui poco meno di 4mila sono direttamente colpiti dalla misura dell’integrazione salariale. Non solo. Le imprese comasche registrano anche il numero più alto di lavoratori del settore tessile in cassa integrazione: almeno un dipendente su tre, un terzo degli 11mila coinvolti in tutta la Lombardia, lavora a Como. E pesante è anche il bilancio - del resto ancora parziale - sugli addetti finiti in mobilità nel sistema moda in Lombardia. Nel 2008, complessivamente, sono già arrivati a 961, rispetto ai 420 del 2007. Mentre le aziende che hanno cessato l’attività sono state 23 con una perdita di 663 posti di lavoro. Anche rispetto a questo dato, Como è dietro solo a Mantova, con già 203 lavoratori licenziati ma con altri 1.700 coinvolti dalla mobilità in questo momento che lavorano in 14 imprese del territorio. Il distretto serico evidenzia di fatto un enorme utilizzo di cassa integrazione ordinaria nel 2008, più del doppio rispetto al 2007, (sono ben 110 le imprese della moda che hanno utilizzato l’ammortizzatore sociale). Del resto è la prima misura a cui si ricorre, in genere, per affrontare le crisi congiunturali, ma con un utilizzo così esteso su tutto il settore serico comasco il rischio è che si possa determinare nel 2009 un ulteriore peggioramento della crisi che a quel punto si potrebbe trasformare a strutturale. E, forse, alcuni segnali già emergono guardando dentro i casi Mantero e Ratti. Ed è proprio il settore tessile con cinquecentoquattro aziende in crisi, per 31.376 lavoratori coinvolti in Lombardia, difficoltà concentrate oltre che a Como, anche in provincia di Bergamo, a pagare il tributo più pesante alla crisi che ha azzannato le imprese locali. Il quadro della situazione produttiva in «pesante peggioramento» è del resto quello tracciato dalla Femca, la Federazione energia, moda, chimica ed affini della Cisl della Lombardia, che ha reso noto ieri i risultati dell’ultima indagine congiunturale. Ma da questi dati emerge anche che la crisi non ha trascurato almeno altre 236 imprese in difficoltà nel settore chimico, con 28.245 lavoratori interessati: solo Como paga la crisi con 887 lavoratori coinvolti in cassa integrazione, quando il ricorso alla Cig è aumentato del 271%. In Lombardia il settore ha coinvolto 6.844 addetti rispetto ai 1.843 nel 2007, e anche la cassa straordinaria è aumentata del 94% (1.206 addetti coinvolti nel 2008 rispetto ai 622 del 2007). I lavoratori posti in mobilità sono triplicati +188% (1.928 posti nel 2008 rispetto ai 668 del 2007). Altre 4 aziende hanno cessato l’attività con una perdita di 146 posti di lavoro, una di queste ha chiuso a Como proprio nei primi giorni della settimana.
S. Cas.

Economia

Giovedì 22 Gennaio 2009

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