Coronavirus in Ticino
Tutto chiuso fino a 5 aprile
1.727 contagi, 87 morti

Quasi 4 lavoratori su 10 in regime di disoccupazione parziale. Nessuna deroga per le aziende e l’epidemia continua a crescere

Tutto chiuso, almeno fino al 5 aprile, in Canton Ticino con l’avallo (dopo le forti frizioni dei giorni scorsi) anche del Governo di Berna. Dunque il Cantone di confine si prepara a un’altra settimana di sacrifici e restrizioni, il che significa - per buona parte dei nostri frontalieri - fabbriche e cantieri chiusi. E questo nonostante l’emergenza coronavirus stia portando in dote per il Ticino serie difficoltà anche in campo economico e lavorativo, considerato che il 39% dei dipendenti è già in regime di disoccupazione parziale.

Il pugno di ferro del Governo di Bellinzona è dunque stato confermato, nonostante in mattinata si fosse diffusa la notizia di possibili deroghe per le aziende, con annessa autocertificazione valida per l’apertura già da domani. «Non esiste alcuna autocertificazione», ha tagliato corto il presidente del Consiglio di Stato, Christian Vitta, precisando che «le deroghe alle aziende vengono date esclusivamente dallo Stato maggiore cantonale di Condotta». Dunque, aziende e cantieri chiusi ancora una settimana, ma anche bar, ristoranti, cinema e palestre e - non da ultimo - over 65 ancora a casa (argomento questo che ha portato a nuove frizioni con Berna).

Intanto in Ticino i contagi hanno raggiunto quota 1727 (venerdì erano 1688), mentre si contano 87 decessi. A livello federale, le vittime sono 237, mentre i contagi hanno superato quota 13 mila, attestandosi ieri a 13213. Nelle strutture ospedaliere ticinesi sono al momento ricoverati 385 pazienti, di cui 69 in terapia intensiva. La giornata di ieri è servita oltreconfine anche per mettere due punti fermi, legati ad altrettanti argomenti di stretta attualità. Il primo riguarda gli Over 65, cui il Canton Uri prima (provvedimento poi ritirato) e soprattutto il Canton Ticino poi hanno vietato di andare a fare la spesa. Deroghe possibili solo per “motivi medici”. Il Ticino ha deciso di insistere su questa linea, ma ieri è arrivato l’altolà del direttore dell’Ufficio federale di Giustizia, Martin Dumermuth: “Il Ticino non può decidere in autonomia il divieto di uscire di casa rivolto agli anziani. Se il Cantone vuole allinearsi alle normative vigenti, deve seguire quanto deciso dal Consiglio federale”. Che sin qui ha chiesto il rispetto delle norme sanitarie, ma non ha imposto alcun divieto agli Over 65. Il secondo riguarda il “caso mascherine”. Il capo della Divisione Malattie Trasmissibili, Daniel Koch, ha fatto sapere con i crismi dell’ufficialità. che “la Confederazione nei depositi dispone di un numero sufficiente di mascherine protettive”. Al momento, i magazzini federali ne ospitano circa 17 milioni a fronte di un fabbisogno giornaliero pari a 2 milionii

© RIPRODUZIONE RISERVATA