Crisi Canepa, svolta choc
Ora il concordato preventivo

L’azienda ha depositato la domanda in Tribunale, si cerca un partner industriale per rilanciare l’attività - Congelato lo stipendio di novembre e la tredicesima. I sindacati al Fondo: « Delusione, rotta invertita in sette mesi»

Passa dal Tribunale di Como l’ultimo capitolo della crisi di una delle aziende storiche del distretto tessile comasco. Ieri mattina i rappresentati di Canepa spa hanno formalmente depositato l’istanza cartacea (venerdì c’era stata quella telematica) per domandare l’ammissione alla procedura di concordato preventivo con riserva. La scelta è stata assunta nei giorni scorsi da azionisti e amministratori nell’ottica di “proteggere” l’azienda da eventuali azioni dei creditori e allo stesso tempo esplorare nuove possibili strade per il rilancio. Un passaggio delicato, in cui nulla è scontato soprattutto dopo ciò che si è lasciati alle spalle nell’ultimo anno con l’accordo sulla ristrutturazione del debito dell’ottobre scorso e il piano di riorganizzazione di maggio che evidentemente non hanno sortito i risultati sperati.

L’azienda è come noto parte di uno storico gruppo industriale verticalizzato, partecipato dal Fondo IDeA CCR II, gestito da Dea Capital Alternative Funds SGR S.p.A e dalla famiglia Canepa con una quota del 33%. Nelle more del concordato l’azionista di riferimento ha previsto l’immissione di 2,5 milioni per sostenere la gestione relativa ai prossimi mesi.

L’istanza, che interessa la sola casa madre (San Fermo e Cavallasca) e non le altre società del gruppo, verrà presa in esame presumibilmente in tempi brevi, forse entro questa settimana, con l’ammissione alla procedura verrà nominato un commissario e scatterà il conto alla rovescia perché da quel giorno non dovranno trascorrere più di 120 giorni per la presentazione del piano da sottoporre a giudice e creditori.

Ieri l’amministratore delegato Luca Peli, subentrato a settembre dopo l’uscita di Luca Belenghi, ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Doriano Battistin (Filctem Cgil Como), Armando Costantino (Femca Cisl dei Laghi) e Serena Gargiulo (Uiltec Lario). Inutile specificare che l’incontro si è svolto in un clima di grande tensione. Martedì i dipendenti si riuniranno in assemblea, la procedura ha ricadute concrete sugli stipendi (mese di novembre e tredicesima) che vengono congelati così come gli incentivi che sono stati a suo tempo concordati con i lavoratori che hanno accettato l’uscita volontaria, ma la preoccupazione diffusa è orientata al futuro dei 450 dipendenti di Canepa Spa (oltre 700 quelli del Gruppo).

L’azienda, per parte sua, è fiduciosa ritenendo verosimile che il rilancio aziendale con il definitivo superamento della crisi possa essere raggiunto, anche in un periodo molto più breve dei 120 giorni stabiliti dalla legge, attraverso un ulteriore rafforzamento della compagine azionaria, con l’inserimento di un partner industriale. Su questo fronte - così è stato prospettato anche ai sindacati - va registrato l’interesse concreto di primari operatori del settore. Segnali di speranza in questo momento troppo generici per placare i sindacati che al termine dell’incontro di ieri hanno manifestato delusione, amarezza anche rabbia in particolare nei confronti del Fondo. «Sono indignata - dice Gargiulo (Uiltec) - ben altre erano le aspettative, ora valuteremo con i lavoratori come affrontare questa situazione. Spiace anche che le istituzioni non abbiano fatto sentire il loro peso in questa vicenda».

Rabbia anche nelle parole di Costantino (Femca): «Vogliamo sapere il perché di tutto questo, ci sentiamo presi in giro, è inaccettabile il comportamento del Fondo, ai lavoratori davvero un brutto regalo di Natale».

Martedì l’assemblea valuterà eventuali forme di protesta, pare scontato perlomeno la proclamazione dello stato di agitazione: «In tutti noi c’è profonda amarezza - dice Battistin (Filctem) - è assurdo questo cambio totale di strategia da parte del Fondo, in un periodo così breve».

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