Crisi della Canepa
Il ministro Giorgetti
«Sulla strada giusta»

Il commento al termine dell’incontro al Mise: «È una bella notizia per lavoratori e azienda». Confermato l’investimento pubblico attraverso Invitalia: 5 milioni e il 30%. Soddisfazione dei sindacati

Nuovo step sulla via del rilancio. Si è è svolto ieri al Mise l’incontro dedicato alla crisi della Canepa, uno dei colossi del distretto tessile comasco, dopo che nelle scorse settimane era stato perfezionato l’accordo per rilanciare l’azienda attraverso una ricapitalizzazione di 18 milioni. Come avvenuto con Sicamb, l’accordo prevede l’intervento del Fondo di Salvaguardia gestito da Invitalia per conto del Mise con 5 milioni. L’investimento pubblico sarà in quota di minoranza, come prevede la normativa, e affiancherà l’investitore privato e il socio storico che avranno la maggioranza del capitale sociale dell’azienda. «Sono soddisfatto per questa conclusione positiva. È una bella notizia per lavoratori e azienda. Siamo sulla strada giusta», ha dichiarato il ministro Giancarlo Giorgetti.

Made in Italy

Il coordinatore della Struttura per le crisi d’impresa del Mise, Luca Annibaletti, ha sottolineato che si tratta di un’ulteriore operazione di investimento e rilancio di una azienda del made in Italy che si trovava in situazione di difficoltà economico-finanziaria, anche a causa dell’impatto del Covid sul settore. Nel corso dell’incontro è stata presentata ai sindacati l’operazione d’investimento e il percorso di rilancio dell’azienda, che garantirà la continuità produttiva, la salvaguardia dei 264 lavoratori dello stabilimento di San Fermo, a cui si aggiunge l’indotto, nonché il pagamento dei debiti a circa 900 creditori. La Struttura per le crisi d’impresa del ministero continuerà a monitorare e supportare il piano di rilancio dell’azienda attraverso sia il tavolo di confronto tra le parti sia Invitalia.

In virtù dell’accordo sottoscritto tre settimane fa, il gruppo tessile di San Fermo è riuscito a raccogliere 18 milioni di euro: 8 milioni di euro sono stati sottoscritti da AZ Eltif Capital Solutions (nato dalla partnership tra Muzinich & Co e Azimut), 6 milioni di euro da Invitalia e il resto da Michele Canepa che resta il maggior azionista singolo della società. L’operazione, primo deal sia per Eltif sia per il Fondo di Salvaguardia era stata già anticipata dal nostro giornale. Adesso è stato confermato l’importo, di cui 15 milioni di euro sono già stati versati tra aumento di capitale e prestito obbligazionario. Gli ultimi 3 di aumento di capitale arriveranno ai primi di gennaio.

«Siamo soddisfatti per questa intesa che mette al riparo da esuberi i 264 dipendenti dell’azienda e permettono alla stessa un rilancio. Un investimento, già stanziato, di 18 milioni di euro, al quale partecipa anche il pubblico, attraverso Invitalia» dicono i rappresentanti delle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.

Le rappresentanze sindacali nazionali e provinciali delle tre sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil, presenti al Mise per presentare l’intesa, aggiungono: «Il monitoraggio attraverso la partecipazione alla governace aziendale per i prossimi 5 anni della stessa Invitalia offre una garanzia solida dell’investimento».

Il turn over

«L’azienda - continuano i sindacati - ha presentato un piano di formazione per la riqualificazione del personale da una parte e di accompagnamento pensionistico e assunzione di nuovo personale, in un’ottica di staffetta generazionale, dall’altra. Questo sarà possibile attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali di concerto con sindacati e Mise. A questo punto attendiamo la presentazione del piano industriale che avrà l’obiettivo di recuperare presto le quote di mercato perse negli ultimi anni e il fatturato necessario al prosieguo dell’attività di impresa». R. Eco.

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