Crisi Polti: 72 esuberi
Trattativa in corso
per ridurre i tagli

La procedura riguarda per lo più operai. L’azienda di Bulgarograsso, nota in tutto il mondo per la Vaporella, conta al momento su 198 dipendenti. I sindacati: «L’obiettivo è mantenere l’occupazione»

Per anni si sono percorse vie alternative con i sindacati, ma adesso alla Polti è stata aperta la procedura di mobilità. Questa riguarderà 72 persone. In tutto, i dipendenti sono 198, quindi parliamo di quasi un terzo della forza lavoro. La trattativa è partita e lo sforzo delle organizzazioni sindacali con l’azienda - che ha sempre investito su ricerca, innovazione, prodotti - sarà quello di ridurre il più possibile l’impatto sul personale. Trovando formule come il part-time condiviso o altre vie ancora. Proseguendo insomma con la collaborazione che ha sempre contraddistinto i rapporti tra le parti.

La procedura di mobilità è stata aperta lo scorso 10 gennaio. Polti ha annunciato di «trovarsi nella necessità di avviarla». I 72 esuberi comprendono per lo più operai e in misura minore impiegati.

Polti è un’eccellenza, specializzata nell’assemblaggio e nel commercio dei piccoli elettrodomestici, che ha saputo affermarsi sia sul mercato nazionale sia all’estero e ha intenzione di continuare a farlo. Per via della forte competizione sui prezzi e la grande volatilità del mercato - tra i fattori indicati - nel 2012 aveva posto la società in concordato preventivo in continuità aziendale. Per il 2017 questo percorso si era concluso in maniera favorevole e Polti aveva onorato tutti gli impegni. Insomma, la risalita era avvenuta, e così gli investimenti, con prodotti come Moppy e Vaporella che ottenevano riscontri favorevoli in diversi mercati. Gli elettrodomestici realizzati a Como si sono fatti strada dagli Stati Uniti all’Asia.

Mercato turbolento

Per far fronte però a un mercato sempre turbolento, si era dovuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali.

Questo era avvenuto anche attraverso i contratti di solidarietà, applicando la riduzione dell’orario di lavoro a 137 persone in ultima battuta. Tutto ciò non ha impedito di puntare sempre sui dipendenti e sul loro valore, perché il fattore umano qui viene citato come elemento chiave di successo: nel triennio 2016-2018 sono state effettuate oltre 6mila ore di formazione. Ma la nuova difficoltà si affaccia ora a Bulgarograsso: adesso gli ammortizzatori sociali sono esauriti. Di qui l’apertura della procedura di mobilità dieci giorni fa. Si è già svolto un primo incontro tra le parti e altri ne seguiranno: uno è in programma oggi. Si hanno 45 giorni di tempo per trovare un accordo in questa sede di trattativa.

Tante donne in fabbrica

«La volontà – ribadisce Gennaro Aloisio (Fim Cisl), che segue l’azienda con il collega Ettore Onano (Fiom Cgil) – è di ridurre i numeri degli esuberi. Ci confrontiamo su come trovare una gestione con l’impatto minore possibile sul personale. Ripeto, vogliamo tutelare il più possibile la forza lavoro».

Forza lavoro che è in gran parte femminile. Verso le lavoratrici c’è sempre stata attenzione da parte dell’azienda, anche ad esempio con part-time limitati nel tempo per permettere di prendersi cura dei familiari o di affrontare altre situazioni problematiche, spesso sulle spalle delle donne.

«Polti ha manifestato la volontà di andare avanti – ribadisce Aloisio – Ciò che dobbiamo fare ora è mantenere l’occupazione e ci confronteremo per questo obiettivo». Forti dell’esperienza del passato che ha permesso di non perdere posti di lavoro, ma di condividere i sacrifici. L’azienda, contattata, per ora non ha rilasciato dichiarazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA