Da Roma 20 milioni solo a Prato e Biella
La protesta del tessile di Como

Tessile Brenna, presidente della Fondazione Setificio. «Assurdo dare fondi pubblici a due distretti e non a tutti». Vitali (Ufficio italiano seta): «Occorre un chiarimento»

Dieci milioni di euro per investimenti in progetti innovativi e sostenibili sono stati erogati dal Mise sia alle industrie tessili di Prato che a quelle di Biella. Si tratta in totale di 20 milioni di agevolazioni finanziarie a sostegno della competitività di due filiere industriali nel settore del tessile rese operative dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha firmato i decreti che disciplinano le modalità di concessione dei contributi.

«Si è ora in attesa di sapere se sono previsti altri finanziamenti per tutto il comparto tessile italiano, Como inclusa - commenta Graziano Brenna, presidente della Fondazione Setificio - perché non è possibile che fondi pubblici siano erogati ad alcuni distretti e non a tutti».

I criteri

In genere per ottenere erogazioni si risponde a un bando con precisi criteri di assegnazione oppure viene esteso un sostegno a un particolare comparto industriale nel suo insieme.

Che il tessile necessiti dei finanziamenti è fuori discussione e che ora li riceva è la buona notizia. «Ma in questo caso Roma deve avere un comportamento equilibrato ed equidistante. Attendiamo quindi di capire quali sono i criteri della scelta del Mise» conclude Graziano Brenna.

Dieci milioni di euro per ogni distretto, soprattutto nel caso di Prato che si stima abbia un fatturato complessivo di 500 milioni, non corrispondono a una cifra che possa essere sufficiente a colmare le difficoltà che si stanno sommando, a partire dal rincaro delle materie prime fino agli attuali costi dell’energia.

Sia per i danni economici provocati dalla pandemia che per la crisi energetica sono stati stanzianti sostegni per le imprese ed è stato importante, ora questo ulteriore aiuto sul distretto toscano e piemontese lascia in sospeso alcune domande. «Per esempio - osserva Stefano Vitali, presidente dell’Ufficio italiano seta - ci si chiede se la richiesta sia stata fatta in una logica locale e perché non si è tenuto conto di Como, ma neanche di Varese, Bergamo e dal sistema tessile e moda del Veneto. La domanda di aiuti avrebbe dovuto essere fatta in modo globale dal settore tessile nel suo insieme e non unilateralmente da alcuni distretti. Como - precisa Vitali - si è sempre mossa condividendo in anticipo le proprie posizioni con il Sistema moda Italia e se ha delle richieste e necessità, come nell’attuale caso dell’energia, il canale con il quale veicola le sue domande è sempre Smi».

È ovviamente ragionevole che anche Como, come altri distretti tessili lombardi e non solo, siano interessati a beneficiare di questi decreti di sostengo. «Tutte le imprese tessili hanno bisogno di aiuto in questo momento - continua Stefano Vitali - aspettiamo quindi di capire come Prato e Biella hanno formulato la loro richiesta, in base a quali criteri è stata accolta e anche la logica che ha guidato la destinazione dei fondi in maniera differente».

La comunicazione

A Biella sono destinati 5 milioni per quest’anno e altrettanti il prossimo, mentre 2 milioni per progetti di sistema sono attribuiti al distretto toscano e 8 al Comune di Prato che a sua volta ripartirà i contributi alle imprese tessili, ma non è definito quali siano gli orientamenti per questa assegnazione.

Nella comunicazione del Mise si specifica che «sono state ascoltate le richieste della categoria e messe in campo diverse misure agevolative, tra queste rientrano anche i due interventi a sostegno del potenziamento dell’industria tessile di Biella e Prato» lasciando intendere che tra le diverse misure agevolative per tessile e moda ce ne siano altre in divenire.

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