E' comasco l'asfalto intelligente
Trasforma lo smog in ossigeno

Messo a punto da Emanuele Fusi, ingegnere di 41 anni e presidente della società GeneralStrade. «E' il risultato di diversi anni di ricerca su una miscela che potesse garantire sicurezza agli automobilisti»

Como - «Resiste all'usura, garantisce una migliore visibilità, anche in condizioni atmosferiche difficili, non si spacca. Ma, soprattutto, trasforma lo smog in ossigeno». Parola di «Crisphalt». Un nuovo tipo di asfalto che, per le sue caratteristiche innovative e le potenzialità di utilizzo, è stato definito «intelligente». A presentarlo è lo stesso ideatore della nuova miscela, Emanuele Fusi, un ingegnere comasco, 41 anni, presidente della «GeneralStrade», societa per azioni di Barlassina, che da qualche anno sta inseguendo l'idea di creare un prodotto tecnologicamente avanzato per migliorare la qualità delle strade, garantire il massimo della sicurezza e tentare di individuare possibili soluzioni eco-compatibili. «Lo studio è durato diversi anni - spiega lo stesso Fusi - e si è avvalso della importante collaborazione tra il settore di Ricerca e Sviluppo della nostra impresa, guidato da Alessandra Merzagora, ingegnere, e il Politecnico di Milano. Da tempo .- spiega -cercavamo un additivo, da aggiungere al vecchio impasto bituminoso, capace di soddisfare le richieste di qualità, che giungevano dai clienti. La resistenza, l'aderenza, il punto di congelamento. Finché siamo arrivati a creare un modello di alto profilo che ha come principale caratteristica l'utilizzo del vetro». La neonata miscela, brevetto depositato nel luglio dello scorso anno, è fatta di pietrisco, sabbia, biossido di silicio, ossido di sodio. Sono questi ultimi due elementi a dare al prodotto nuove potenzialità e quella caratteristica cristallina che permette al manto stradale di differenziarsi dai materiali consueti. «L'asfalto, con la presenza di piccole particelle di vetro, si distingue nettamente dai prodotti fino ad ora adottati. La natura del vetro e la sua combinazione con i materiali comuni, conferisce al materiale capacità nuove e diversificate. E' più luminoso perché i cristalli riflettono i raggi del sole e la luce, quindi, anche in presenza di condizioni atmosferiche avverse, la strada è più visibile». Ed è ancora la resistenza del vetro all'attacco degli agenti chimici, fisici ed atmosferici a garantire una maggiore durata della qualità del manto stradale. «Nel vetro, trattato, abbiamo verificato molte caratteristiche positive - continua Fusi -. Per esempio una migliore rispondenza alle sollecitazioni del traffico veicolare, una migliore capacità di trattenere i raggi solari e quindi abbassare il punto di congelamento nel periodo invernale. Contemporaneamente di assorbire il caldo, abbassando la temperatura sull'asfalto nel periodo estivo». Parlando di strade e di asfalto non si può trascurare il problema dello smog. Anche su questo punto, Fusi assicura che il nuovo materiale presenta caratteristiche tali da poter diminuire la quantità di smog provocato dalle auto e rilasciato nell'aria. «Le prove di laboratorio ci hanno consegnato dei dati interessanti. Sulla superficie del manto stradale trattato con questo nuovo prodotto viene spruzzato del biossido di titanio. E' il passaggio finale, indispensabile per terminare il lavoro di pavimentazione. Attraverso un processo chimico, equiparabile alla fotosintesi clorofilliana delle piante, il manto stradale reagisce con le sostanze inquinanti presenti nell'aria, trasformandole in ossigeno». Un prodotto, dunque, che potrebbe risultare di particolare efficacia nella difficile battaglia all'inquinamento dell'aria. «Ma - frena Fusi -, stiamo parlando di piccoli processi, di numeri infinitesimali. Quantità limitate. Certo un altro elemento utile per abbassare i livelli di smog e per incentivare la ricerca verso nuovi prodotti sempre più validi e rispondenti alle singole problematiche». Il nuovo asfalto è stato sperimentato, per la prima volta, nell'agosto dello scorso anno, in viale Brianza, nel Comune di Meda, strada ad alta densità di traffico. L'accordo con il Politecnico di Milano, prevede un lungo periodo di osservazione, che si concluderà a fine marzo, con l'arrivo della primavera. I dati definitivi saranno resi noti solo tra qualche mese. «E' il nostro vero banco di prova. Ma se i risultati pratici dovessero confermarci quello che abbiamo già verificato in ambito sperimentale, avremo tutte le carte in regola per cominciare a lavorare seriamente. Per dare un nuovo volto a tutte le strade italiane. La Lombardia sarà il nostro primo vero obiettivo». Un traguardo che si aggiunge alle già numerose attività, svolte dall'azienda di Barlassina, con una lunga storia di lavoro alle spalle. Infatti, la «Generalstrade» ha profonde radici nel territorio brianzolo. Più di cento anni di attività estrattiva in Italia e all'estero. Nata nel 1904, si tramanda da generazioni la proprietà di impianti per la produzione di asfalto e la gestione di diverse cave minerarie, oltre all'attività di ricerca. «Io rappresento la quinta generazione - scherza Fusi -. Oggi siamo presenti un po' ovunque con i nostri impianti di produzione di asfalti, ma diamo molta importanza alla attività di ricerca e a quella estrattiva mineraria». Attualmente l'azienda conta un centinaio di dipendenti, impegnati a gestire i lavori di produzione prevalentemente in Lombardia e gli impianti di estrazione presenti all'estero, in Argentina e Uruguay. «Siamo presenti anche sul territorio comasco, a Mozzate, in provincia di Como, dove abbiamo ottenuto la concessione per iniziare un lavoro di estrazione e ricerca di granati, oro ed associati. Recentemente, siamo stati definiti ?impresa di interesse nazionale? proprio per la nostra attività di ricerca». Ma, oggi, l'attenzione è puntata sul neobrevetto, sull'asfalto «intelligente», che dovrà guidare l'azienda verso un'altra buona strada...
Sara Della Torre

© RIPRODUZIONE RISERVATA