Effetto Jobs Act. Parte Taborelli: «Ne assumo 10»

«Molti giovani in aiuto di tessile e legno arredo, ma per ora gli imprenditori hanno paura di assumere»

Se non tutti i lavoratori sembrano contenti, qualcuno soddisfatto per l’introduzione del Jobs Act c’è già.

Tra gli imprenditori di Como c’è fiducia per la nuova legge voluta dal governo di Matteo Renzi. Al punto che già si prevedono nuove assunzioni.

Si respira ottimismo nelle dirigenze del settore del tessile e del legno arredo. Anche se si teme la battuta d’arresto nei fatturati già registrata in questo inizio d’anno, in continuità, peraltro, con la coda dell’anno appena chiuso.

Che potrebbe essere, sempre per le imprese, il peggior nemico per rilanciare l’economia locale anche attraverso i nuovi contratti. Avvertiti, almeno questa è l’impressione, come un possibile volano per tenere testa all’instabilità delle commesse lavorative, in questi anni, quantomeno, capricciose.

Dal punto di vista degli imprenditori, il Jobs Act non è una nuova forma di precarizzazione, bensì un valido patto con i lavoratori. Ambrogio Taborelli, della Tessitura Taborelli di Parè, lo dice con una metafora. «Il Jobs Act - afferma - facilita i tempi di apprendistato e rende sotto alcuni punti di vista meno flessibile il mercato del lavoro: permette di trovare delle persone senza però sposarle». Taborelli riferisce come tra gli imprenditori il contratto a tempo indeterminato sia spesso visto come un legame eccessivo. A differenza da quanto sostenuto, da sempre, dai sindacati, convinti che proprio la stabilità economica possa permettere anche ai giovani di investire. «Penso che grazie al Jobs Act, nella nostra azienda che oggi conta 260 dipendenti, potremo aggiungere già 10 persone in più».

Tutti i servizi sul quotidiano La Provincia in edicola domenica 22 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA