Frontalieri, la mappa. Il record a Stabio +6,9% e superano i residenti

Il Mattino della Domenica: introduciamo una tassa d’entrata per i lavoratori stranieri

“Il Mattino della Domenica”, il domenicale che fa capo alla Lega dei Ticinesi - partito dai chiari connotati anti-frontalieri - non si è lasciato sfuggire l’occasione data dal nuovo record di permessi “G” attivi in Ticino (78.230 al 31 marzo) per sferrare un nuovo attacco frontale al governo di Berna, “reo” di aver favorito questa continua ascesa dei permessi.

Accanto all’ennesimo slogan - “Introduciamo una tassa d’entrata per i frontalieri”, peraltro già lanciato in passato senza alcun tipo di reazione politica - “Il Mattino” ha anche elencato i Comuni in cui si è registrato l’incremento maggiore di permessi “G”. Elenco sicuramente utile per meglio inquadrare dove la manodopera frontaliera è più richiesta all’interno dello scacchiera dei Comuni (per lo più) a ridosso del confine.

E così tra il primo trimestre dello scorso anno e il primo trimestre 2023 a Stabio, i permessi “G” attivi sono passati da 5.116 a 5.468 (+6,9%). Un incremento numericamente importante, ricordando che Stabio conta poco meno di 4.700 abitanti. Ciò significa che i frontalieri occupati superano il numero dei residenti. Da rilevare anche il dato di Castel San Pietro, dove i permessi “G” sono passati da 1.111 a 1.261 (+13.5%). Un incremento importante, anche se qui i residenti (circa 2.200) restano al momento in vantaggio rispetto ai permessi “G”. In base ai numeri diffusi dall’Ufficio di Statistica Cantonale e riportati dal “Mattino”, anche ad Agno - Comune di 4.500 abitanti a due passi da Lugano - i frontalieri sono aumentati in modo importante, passando da 850 a 941 (+10,7%).

L’incremento percentuale maggiore - seppur a fronte di numeri decisamente ridotti - si è registrato a Giornico, Comune di poco meno di 900 abitanti del Distretto della Leventina, dove i frontalieri occupati sono aumentati da 11 a 20, con un incremento percentuale però dell’81,8%. Numeri che inevitabilmente hanno portato la Lega dei Ticinesi a rincarare la dose sulla necessità di arginare questa “invasione da sud”, anche se ormai è difficile fermare l’effetto “calamita” del vicino Cantone (ci sta provando il nostro governo dentro il nuovo accordo fiscale con la Svizzera) nei confronti delle province di confine.

Nell’occasione, la Lega dei Ticinesi attraverso il consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha anche ribadito il proprio fermo “no” “al telelavoro dei frontalieri, per ora regolato in via provvisoria sino al 30 giugno”, bollandolo come «il classico esempio di provvisorio-permanente».

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