Genova: sul ponte San Giorgio
il grafene comasco: «Un super asfalto»

L’ex startup lariana dona il nuovo additivo. Il manto stradale è più resistente e dura di più nel tempo. «Gli italiani devono essere fieri di questa grande opera»

La nuova vita del viadotto di Genova passa dal grafene comasco. L’additivo Gipave® che rende l’asfalto più resistente e ha positive conseguenze aziendali, è infatti un dono di Iterchimica e Directa Plus: la prima azienda, bergamasca, ha sviluppato questo supermodificante con l’ormai ex startup comasca (quotata in Borsa a Londra e guidata da Giulio Cesareo) e con G.Eco.

«Sì – conferma Cesareo – è stato donato da noi e Iterchimica, un segnale importante, per un’opera come il ponte di San Giorgio, eseguito in tempi brevi e in modo molto bello, di cui noi italiani possiamo essere orgogliosi».

Il grafene è il materiale così antico e diventato modernissimo con la nanotecnologia nell’azienda che ha sede a ComoNext, Lomazzo. Ha trovato la sua applicazione in diversi settori molto diversi, dal tessile all’ambiente, ed è arrivato anche all’asfalto, con ottimi risultati in alcune strade strategiche in Italia e all’estero. Applicato in Inghilterra, ricercato negli Stati Uniti e nell’Oman.

Ieri l’inaugurazione

Ma la soddisfazione e la gioia di contribuire alla realizzazione dell’ex ponte Morandi, che è stato inaugurato ieri dal presidente Sergio Mattarella, sono speciali. Il viadotto è stato completato 22 mesi dopo il disastro, su progetto di Renzo Piano. L’asfalto appunto è stato realizzato usando il supermodificatore di Iterchimica, Gipave® , che contiene grafene e un tipo di plastica particolare.

Resistente come il diamante, flessibile come la plastica: due materiali così differenti, racchiudono le caratteristiche che si delineano per questo additivo. Frutto di un lavoro di équipe e di un programma di ricerca durato tre anni. Già due test erano stati completati nell’Oxfordshire e nel Kent, altri sette in Italia. Tutti condotti da università e laboratori ufficiali, con ottimi riscontri in termini di performance.

Un investimento sul futuro. Il nuovo ponte di Genova potrà contare dunque su un asfalto molto più resistente e duraturo. La sua vita “utile” (quindi la sua permanenza in condizioni efficienti sulla strada) è cresciuta del 250% rispetto a quello tradizionale: più resistenza, meno deformazione con il movimento dei veicoli, anche pesanti.

Verso il futuro

Ma questo materiale può essere poi riciclato al cento per cento, il che riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera e la necessità di estrarne altro dalle cave. Questa nuova tecnologia, inoltre, permette di riciclare le plastiche.

Mandare questo segnale da Genova è ancora più importante, rileva Giulio Cesareo: «In un momento in cui tutto il mondo sta guardando l’apertura del nuovo ponte di San Giorgio, siamo orgogliosi di partecipare a questo simbolo di speranza per tutta l’Italia. L’uso di Gipave® nell’asfalto, potenziato dal nostro grafene G+® è perfettamente allineato con l’agenda sostenibile del ponte e fornisce all’Italia un esempio brillante del futuro dei progetti infrastrutturali».

Aggiunge il fondatore e amministratore di Directa Plus: «Questo è anche un segnale del fatto che la nostra tecnologia del grafene G+® è matura sul mercato delle costruzioni e può migliorare le prestazioni e ridurre i costi ambientali. Mi congratulo con Iterchimica per il suo contributo al nuovo ponte».

MA A COMO NON SI USA

«Sarebbe bello mettere questo prodotto anche a Como, non riesco a capire perché non si faccia questo investimento nella nostra zona. Sarebbe un’opportunità per tutti». Avere strade in condizioni migliori, anche più favorevoli all’ambiente. Giulio Cesareo ha questo desiderio: di poter vedere il suo grafene migliorare la situazione nel territorio di Como. Ci è andato vicino, perché una delle arterie dove si è intervenuti con questo additivo sull’asfalto è la Milano-Meda. Ma sarebbe significativo poter portare avanti questo intervento proprio a Como e diffondere sempre più un asfalto duraturo, green e meno costoso nella manutenzione sulle strade frequentate da comaschi e turisti. Del resto, un auspicio che la Directa Plus aveva espresso anche per un altro prodotto al grafene, quello utile a ripulire l’acqua dagli idrocarburi. Anche in questo caso richiesto pure all’estero.

Dà soddisfazione, però, essere anche profeti in patria.

Mentre si coltiva questo sogno, i progressi dell’azienda di Lomazzo continuano. Un altro passo avanti recente è stato l’ok dall’Ufficio Italiano dei Brevetti al grafene ® per migliorare le prestazioni delle suole di scarpe a base di gomma. I brevetti di Directa sono ora 56 (33 concessi e 23 in sospeso). Ma c’è di più, sta avvenendo l’ingresso nell’automotive: è stato appena firmato un accordo tecnico e commerciale di nove anni con Italdesign, parte di Volkswagen AG, per esplorare, testare e costruire componenti automobilistici arricchiti dalle proprietà di Graphene Plus. Le applicazioni possono includere interni di auto, vernici e componenti meccanici.n 

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