Da tutta Italia a Como
per il lievito madre
«Ci serve un laboratorio»

Elena Saletta, con il suo blog “Il mio pane”, è diventata un caso nazionale. In un solo anno a Como 97 workshop sul lievito madre

Il pane di Elena Saletta richiama a Como appassionati da tutta Italia. Ma non è in vendita. Un paradosso? No perché la mission dell’attività - “Il mio pane” è il nome del blog attorno al quale si è sviluppato il progetto - è quella di promuovere e diffondere la cultura della panificazione. Quella, s’intende, che ha nel lievito madre un cuore magico, capace di fare la differenza.

I primi passi

«Tutto è nato da una grande passione che si è via via trasformata in un lavoro - spiega la giovane imprenditrice, trent’anni, laurea in linguaggio dei media e una professione avviata (e non interrotta) nel campo del social media marketing - il primo passo è stato il blog, poi i primi post sui social, in tempi brevi si è creata una rete di appassionati con richieste da tutta Italia. Ho spedito il mio lievito madre a una cinquantina di persone ed è stata la soddisfazione più grande riuscire a trasmettere la cultura della panificazione in casa. Un’attività alla portata di tutti e che non necessita di alcuno strumento particolare, io faccio tutto in un comune forno casalingo».

Il pane di Elena Saletta è diventato nell’arco di un paio di anni un caso, poco conosciuto dai comaschi (distratti), ma talmente apprezzato fuori da richiamare nella sua casa-laboratorio di via Rezzonico centinaia di persone (quattro alla volta). «Ho tutti weekend pieni sino ad aprile - racconta - sono partita nell’estate di due anni fa con le lezioni in inglese ai turisti stranieri, poi il progetto ha iniziato a ingranare con gli italiani, un po’ da tutte le regioni, persone che erano entrate in contatto con me attraverso il blog».

I numeri non sono da poco: dalla terrazza all’ultimo piano, sede speciale vista lago della degustazione che chiude le giornate formative, solo nel 2019 sono passate 219 persone nell’arco di 97 workshop. Questi ultimi durano mezza giornata e hanno un format organizzato in due parti: prima la lavorazione e la cottura di impasti messi a lievitare il giorno prima, poi un focus dedicato all’impasto. Al termine, per tutti, la soddisfazione di portare a casa la prima pagnotta fatta da sé.

La community

Intorno al pane si è creata una vera e propria community («il momento più bello è quando i corsisti mi mandano le foto delle loro sfornate») in cui il fattore chiave, al di là di un prodotto che difficilmente può essere paragonato a quello in vendita dai comuni fornai, è soprattutto di natura culturale.

Al valore simbolico del pane ha dedicato molte riflessioni Enzo Bianchi. «Preparare il cibo è un meraviglioso modo per prenderci cura di noi stessi e delle persone che amiamo, è una via privilegiata attraverso cui possiamo dire loro che ci sono care» si legge nel sito di Elena Saletta.

Il concept del “Il mio pane” punta alla semplicità, al fare con poco, come una volta, recuperando l’emozione dal fare da sé con solo le proprie mani e scegliendo materie prime di qualità come le farine biologiche italiane, poco raffinate. Al centro c’è il piacere di fare divulgazione: «I fornai, comprensibilmente, non svelano i segreti del mestiere: io dico tutto, la mia soddisfazione sta nell’insegnare come si fa, ho pubblicato un libro e online ci sono i video che insegnano l’arte della panificazione in casa».

E ora? Come valorizzare il patrimonio di relazioni che è costruito intorno al lievito madre? «L’idea di vendere il pane non mi interessa, né tantomeno mi attira quella di diventare una blogger del settore: sul web il focus è il pane, il mio volto appare il meno possibile - continua la giovane imprenditrice - il seguito naturale del percorso passa da uno spazio (al momento non disponibile) in cui svolgere la mia attività di formazione con maggiore comodità; è un peccato che a Como, nonostante lo sviluppo del turismo, non ci sia un laboratorio per esperienze nel campo del food».

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