La chiusura della König
Rabbia dei dipendenti

In 106 rischiano il licenziamento dopo l’annuncio della società di voler dire addio alla sede di Molteno

La notizia della ventilata prossima chiusura della König di Molteno ha lasciato tutti di stucco.

La decisione della proprietà austriaca di chiudere la sede lecchese e portare l’azienda in Carinzia e nella Repubblica Ceca, è stata un fulmine a ciel sereno. Ora 106 dei 130 dipendenti rischiano il licenziamento. Un’altra bella batosta per il nostro territorio e per quelle 106 famiglie improvvisamente messe con le spalle al muro.

Maurizio Colombo, 55 anni, è da 36 dipendente della König. Membro della Rsu dell’azienda, è rimasto, come tutti, spiazzato dalla decisione della proprietà: «Lavoro alla König dal 1980 e sinceramente non mi sarei mai aspettato un simile epilogo. C’erano voci di una possibile ristrutturazione, di un nuovo piano industriale, ma nessuno avrebbe mai ipotizzato una proposta del genere».

Colombo ricorda con piacere i tempi d’oro della sua azienda: «Ho lavorato con i due principali soci, Paolo Boghi e Romolo Airoldi, ed erano veramente altri tempi. C’era un’azienda che funzionava e cresceva e, soprattutto, c’era un rapporto umano con i due proprietari, che lavoravano in mezzo a noi. Tutto è cambiato nel 2002 con l’arrivo del gruppo svedese Thule. I primi anni sono andati bene poi il mercato delle catene da neve è rallentato e sono cominciati i problemi. C’è stata riduzione del personale con i prepensionamenti ed infine gli ultimi due anni abbiamo notato un vero e proprio calo di interesse da parte della proprietà. Tutto questo è stato il preludio alla vendita della König al gruppo austriaco Pewag».

Anche il nuovo proprietario aveva fatto promesse: «Avevano detto chiaramente che avrebbero salvaguardato i posti di lavoro. Ieri hanno rivelato le loro intenzioni, che porteranno alla chiusura della sede di Molteno».

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