Frontalieri, il flop di “Prima di nostri”
Il Ticino archivia l’esito del referendum

Sciolta la Commissione speciale in Gran Consiglio: avrebbe dovuto decidere le corsie preferenziali per i residenti a discapito dei lavoratori d’oltreconfine

«Considerata la decisione del Gran Consiglio di non attribuirle l’esame di nessun atto parlamentare da lei elaborato né di conseguenza l’allestimento dei relativi rapporti – decisione più che discutibile – la Commissione speciale ritiene di aver adempiuto, al meglio delle sue possibilità, il proprio mandato così come ridefinito dal Parlamento; essa si considera pertanto automaticamente sciolta». Dunque, quasi sette mesi dopo il responso delle urne, sulla consultazione cantonale “Prima i nostri!” - quella che chiedeva corsie preferenziali per i residenti, cercando di arginare la presenza di lavoratori frontalieri - scorrono i titoli di coda. E le conclusioni del rapporto della Commissione - di cui abbiamo riportato il passaggio clou - lasciano poco spazio a (improbabili) retromarce.

Un nulla di fatto - quello della Commissione creata con intenti bellicosi in seno al Gran Consiglio - che ha del clamoroso, anche se già nelle ore immediatamente successive a quel 25 settembre, il Governo di Berna aveva spento senza troppi indugi l’entusiasmo (tutto) ticinese per l’esito di consultazione che evidentemente strideva con la libera circolazione delle persone. Principio questo mai del tutto accettato dal Governo di Bellinzona. Consapevoli del flop, i partiti che più puntavano su “Prima i nostri!” per rilanciare immagine e consensi sono subito andati all’attacco. «Il menefreghismo dimostrato nei confronti di 56.101 votanti ticinesi è davvero disarmante», ha affermato, perentorio, al sito ticinonews il consigliere nazionale Udc, Marco Chiesa, che comunque ha accusato di «essersi rimangiato la parola» anche il Gran Consiglio, presieduto dal leghista Fabio Badasci.

Fiutando il rischio di un concreto nulla di fatto (il “fine lavori” della Commissione ne è la conferma), l’Udc il 28 marzo ha presentato una versione “aggiornata” di “Prima i nostri!”, dove si specifica che «i permessi ai lavoratori frontalieri per esercitare un’attività lucrativa dipendente (G) vengono rilasciati o rinnovati allorquando il datore di lavoro dimostri di non aver potuto assumere, a pari qualifiche professionali, un candidato svizzero o straniero in possesso di un permesso C, B, L».

Col senno di poi, la proposta “bis” dell’Udc già lasciava intuire che la consultazione “Prima i nostri!” era definitivamente stata archiviata. Anche questo secondo provvedimento dovrà passare dal Gran Consiglio, che al momento non si è ancora espresso sull’argomento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA