L’antico acetificio Brivio di Merate: sugli scaffali negozi con il proprio brand

Produttori a Merate dal 1845, Acetificio Brivio è un’azienda in fase di forte conversione: da terzista per l’industria alimentare al retail

Produttori di aceto a Merate, dal 1845, Acetificio Brivio è oggi un’azienda in fase di forte conversione. «Nasciamo come azienda di aceto funzionale all’industria, produciamo l’ingrediente per le imprese trasformatrici che distribuiscono, per esempio, maionese o anche per la detergenza. Ma negli ultimi vent’anni abbiamo trasformato i prodotti e ci siamo orientati sempre più per il retail – spiega il titolare Alessandro Carozzi - per anni il core business è stata la produzione conto terzi, destinata a supermercati o altri produttori che poi vendevano sul mercato retail a loro marchio, si tratta di aziende con dimensioni più significative rispetto alle nostre».

I numeri

L’azienda di Merate può contare su quattro linee di produzione, 1.500 metri quadrati del reparto produzione, 5mila metri quadrati di stoccaggio logistico, 8mila tonnellate di materie prime lavorate all’anno per 2 milioni di bottiglie prodotte in un anno.

La produzione è automatizzata e tra personale amministrativo e operatori di produzione i dipendenti sono nove in tutto. Il fatturato da anni si è consolidato attorno ai 3 milioni di euro all’anno. Orientati al settore Horeca, la forte crisi del 2020 e 2021 ha indotto l’azienda a cercare altre strade.

«Da qualche anno abbiamo deciso di puntare di più sul nostro marchio e sull’internazionalizzaizone – continua Carozzi – per questo abbiamo cominciato a presentarci in diverse fiere all’estero e contestulamente abbiamo ridefinito la nostra immagine e comunicazione».

Risultato: i contratti all’estero di sono moltiplicati e questo ha permesso all’azienda di aprire nuovi mercati in ambito europeo, per esempio è stato avviato un nuovo contatto per le esportazioni a Malta, sia in contesti extraeuropei: Acetificio Brivio esporta dal 2022 in Cina.

«Un ruolo importante lo sta assumendo la Cina, mercato che abbiamo cominciato a conoscere lo scorso anno – aggiunge Alessandro Carozzi – la prima spedizione è stata fatta nel maggio 2022, da qualche tempo avevamo avviato i contatti con un importatore locale specializzato nei prodotti italiani. Per quel Paese abbiamo sviluppato un marchio privato che evoca l’Italia per una catena di supermercati cinesi».

Contestualmente è stato diversificato e ampliato il catalogo prodotti: aceti classici fermentati, aceto di vino bianco, rosso e di mela, poi ci sono i balsamici e si apre la gamma delle glasse, classica o aromatizzata. Si parte da vino e mele totalmente italiani e si trasfomano in aceto.

Ottenuta la certificazione biologica, è stato proposto aceto di mela bio filtrato e non filtrato, varietà che sono premiate dal mercato soprattutto negli Stati Uniti e in Corea.

La ricerca prosegue: nel 2022 sono stati sviluppati condimenti agrodolci alla mela sia in versione densa che extra densa, primi sul mercato a proporre un condimento agrodolce extra denso alla mela.

L’export

Sempre per aprire nuovi mercati internazionali sono stati ideati topping pensati per gli aperitivi, condimenti a base di aceto al pesto, alla bruschetta o piccanti e altre variazioni che sono stati facilmente recepiti dal mercato Usa, canadese, tedesco e australiano anche grazie all’attezione a questo tipo di prodotti degli emigrati italiani di seconda generazione.

Un processo di ricerca e sviluppo che si avvale, oltre che del responsabile qualità interno, anche di consulenti esterni con importanti competenze sul mondo food.

L’insieme delle scelte sui nuovi prodotti e la capacità di individuare i trend i mercato ha portato la percentuale di prodotto esportato al 72% nel 2022.

Il 2023 si annuncia come un anno di forte ripresa per il settore alberghiero e della ristorazione. Dopo la fase di crisi per la pandemia ora c’è una nuova grande espansione e quindi l’Acetificio Brivio sta anche tornando a presidiare quel settore.

«L’obiettivo fornire un prodotto unico e genuino che è il risultato di ingredienti semplici presenti localmente, come il mosto d’uva e lo zucchero, e di processi di trasformazione curati nei minimi dettagli che non aggiungono nulla ai prodotti della terra ma mirano a esaltarne le caratteristiche organolettiche – conclude - in questo modo l’azienda ha potuto dotarsi delle più significative certificazioni internazionali di qualità e ha sviluppato una linea di aceti e condimenti completamente biologica. Allo stesso tempo si sono fatti investimenti significativi nell’automazione dei processi produttivi per poter dare un servizio rapido ed efficiente ai clienti».

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