L’Auto investe sui ragazzi dei Somaschi e di Da Vinci-Ripamonti. «Cresciamo i tecnici del futuro»

Prosegue il percorso dell’Academy con i ragazzi dei Somaschie della Da Vinci-Ripamonti di Como

I ragazzi che hanno scelto di partecipare all’Academy aziendale de L’Auto Spa proseguono il loro percorso alla scoperta delle professioni possibili nel mondo dell’automotive. Questa settimana sono stati alla concessionaria dell’azienda a Lipomo, dove hanno incontrato i professionisti che ci lavorano e conosciuto meglio i diversi ruoli che ruotano intorno all’officina.

L’iniziativa dell’Academy è partita lo scorso autunno su iniziativa de L’Auto, concessionario dei marchi Audi e Volkswagen a Como, in collaborazione con il Cfp Padri Somaschi e l’Iis Da Vinci – Ripamonti. Il progetto è rivolto in particolare agli studenti delle scuole tecniche e professionali lariane ed è finalizzato a far conoscere ai giovani le tante opportunità di inserimento lavorativo possibili in questo settore. Al termine del loro percorso di orientamento e formazione più specifica, potranno essere effettivamente inseriti in azienda. «La nostra sfida - spiega Valentina Pedalà, responsabile marketing de L’Auto e coordinatrice del progetto Academy – è quella di investire sulle nuove generazioni, quelle del cambiamento, che vanno oltre agli schemi più tradizionali. La realtà sta avanzando e i giovani al termine del percorso di formazione scolastica hanno voglia di entrare nel mondo del lavoro evidenziandosi con una precisa identità. Dalle lezioni tenute a scuola, sono convinta che questi ragazzi abbiano molto da raccontare e da offrire. Ecco perché la nostra società da tempo si è data una nuova organizzazione aprendosi a loro, offrendo spazio ai loro talenti e alla loro voglia di approcciare il mondo del lavoro in modo innovativo e dinamico». I ragazzi possono imparare affiancati ai senior dell’azienda che conoscono bene procedure e protocolli. «Le aziende hanno un ruolo cruciale nell’attuale sistema economico – continua - però dobbiamo stare molto attenti a non creare illusioni. Le aspettative dei giovani sono sicuramente alte e, all’interno, dobbiamo creare le condizioni per fidelizzarli e offrire le giuste competenze».

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