Lavoro, aumentano gli infortuni: +54%. Il sindacato: «Serve un cambio di passo»

Sicurezza Nel Comasco nei primi quattro mesi dell’anno 1.723 denunce (1.705 nel 2021). Consola il dato relativo agli episodi mortali: da cinque a uno sul Lario e a Sondrio

Crescono nel 2022 in Lombardia gli infortuni sul lavoro rispetto al 2021 e anche rispetto al 2019, in era pre-covid. Insomma, la ripresa c’è ma cresce anche il prezzo in termini di salute. Le province di Como, Lecco e Sondrio non fanno eccezione. Unica nota di parziale consolazione è che, al 30 aprile, nelle tre province s’è registrato da inizio anno un solo infortunio con esito mortale contro i cinque dello stesso periodo del 2021. A evidenziarlo è il report dell’Inail sugli infortuni e le malattie professionali del mese di aprile, in Lombardia.

I numeri

Complessivamente gli infortuni nel primo quadrimestre in regione sono stati 49.531, +54,2% rispetto all’anno scorso (32.114 di gen./apr. 2021). Il dato della Lombardia è peggiore rispetto a quello nazionale, che segna un incremento inferiore (+ 48%) sullo stesso quadrimestre dell’anno precedente. È nettamente peggiore perfino rispetto al 2019, prima dell’emergenza Covid: quell’anno nei primi quattro mesi le denunce furono 40.099. Nel solo mese di aprile, a livello regionale, sono state 9.774 le denunce di infortunio, il 32,6% in più rispetto al mese di aprile del 2021 (quando furono 7.367).

A livello provinciale, le denunce di infortunio a Como sono state nel primo quadrimestre 1.723 (1.705 nel 2021), di cui 379 in aprile (351 nel 2021). A Lecco il primo quadrimestre fa segnare 1.709 denunce di infortuni (furono 1.161 nel 2021), col dato di aprile rispettivamente a quota 319 e 278. In provincia di Sondrio 780 infortuni (647 nel 2021), di cui 165 nel solo aprile (141 nel 2021).

Nessun infortunio con esito mortale nel primo quadrimestre di quest’anno a Como e a Lecco (furono 2 per ciascuna provincia nel 2021) mentre a Sondrio il dato è stabile (un infortunio mortale nel 2021 e uno nel 2022)

Gli infortuni, in valore assoluto, sono soprattutto accadimenti in occasione di lavoro: 44.557 denunce contro le 28.397 del primo quadrimestre 2021. Tuttavia, anche gli infortuni in itinere (casa-lavoro; lavoro-casa), pari a 4.974, aumentano sul quadrimestre 2021 segnando un +33,8%. Le province lombarde che rispetto al quadrimestre 2021 evidenziano l’andamento peggiore sono Milano (18.739; +78,6%), Brescia (7.484; +73,4%), Monza-Brianza (3.785; +64,5%).

Nelle attività manifatturiere si verifica una parte rilevante degli infortuni (5.434 denunce nel primo quadrimestre), ma sono le attività del settore “Sanità e assistenza sociale” che ancora segnano un picco nell’andamento infortunistico, con 7.175 denunce, pari a un aumento del 189% rispetto al dato del quadrimestre 2021 (2.482). In aumento anche le denunce di malattia professionale: 1.028 casi contro i 922 del primo quadrimestre del 2021.

Le richieste

«Serve un cambio di passo nella gestione delle attività di prevenzione e di sicurezza nei luoghi di lavoro – afferma Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia -. Occorre attuare tutte le misure necessarie previste nella programmazione regionale e sancite nella normativa, rispetto ad un’urgente e rafforzata attività ispettiva, di controllo e di sanzione, alla formazione obbligatoria, che deve coinvolgere anche i datori di lavoro, alla valorizzazione e partecipazione di tutte le figure sindacali e datoriali in azienda per migliorare i modelli di gestione dei rischi e la prevenzione degli infortuni. Si spendano le risorse destinate obbligatoriamente alla prevenzione, anzitutto rafforzando i servizi preposti al controllo aumentandone gli organici e si sviluppino percorsi formativi in materia di sicurezza e prevenzione già a partire dalla scuola, anche per attrarre i giovani nei corsi universitari per le professionalità della prevenzione di cui in Lombardia c’è estremo bisogno».

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