Lavoro e quarantene
Svolta in Svizzera,
addio alle restrizioni

Il via libera ieri del Consiglio federale. Addio all’obbligo di smart working e all’isolamento. Cade anche il Green pass per i locali e gli eventi

Il Governo di Berna ha tracciato ieri pomeriggio la strada che porta verso il “liberi tutti” o “Freedom Day” che dir si voglia. E così dal 17 febbraio la Svizzera - qualora il picco di contagi fosse superato - si appresta salutare gran parte delle restrizioni e ciò non significa solo lo stop al Certificato Covid - l’omologo del nostro Green pass - nei ristoranti, alle manifestazioni o nei poli culturali e del tempo libero, ma anche la ripresa delle grandi manifestazioni, a cominciare dai Carnevali con il loro indotto milionario (con l’ultima parola in questo caso affidata ai Cantoni).

Gli ultimi dati

Tutto questo ricordando che l’Ufficio federale di Sanità pubblica ieri ha dato conto di altri 41 mila casi nei 26 Cantoni. Per dimostrare che il “Freedom Day” non è poi così lontano, il Governo guidato dal ticinese Ignazio Cassis ha deciso già da oggi - dunque con effetto immediato - di lanciare un segnale ben preciso al mondo del lavoro, abolendo l’obbligo dello smart working e della quarantena dei contatti, peraltro già dimezzata a cinque giorni.

Lo smart working (o telelavoro) torna così ad essere una raccomandazione sempre accompagnata dall’obbligo di mascherina, notizia questa che interessa da vicino anche un numero elevato di frontalieri. «Oggi è un grande giorno. Inizia per noi una nuova fase», ha confermato il presidente Ignazio Cassis. In una nota, il Governo ha posto l’accento sul fatto che «malgrado il numero dei nuovi casi registri livelli record, non è subentrato un sovraccarico delle strutture e l’occupazione dei posti letto nelle unità di terapia intensiva è calata ulteriormente». Lo stop alla quarantena dei contatti rappresenta di fatto una novità assoluta, considerato che è stato lo stesso Governo a rimarcare che «è la prima volta che si applica questo provvedimento dall’inizio della crisi».

Ai Cantoni, in vista del “liberi tutti”, sono state proposte due soluzioni, una delle quali troverà concretizzazione nella seduta del Consiglio federale del 16 febbraio (i Cantoni hanno tempo fino al 9 febbraio per far sapere la loro opinione).

Doppia opzione

La “variante 1” prevede nel dettaglio una riapertura totale e dunque potrà trovare applicazione solo se effettivamente il picco di contagi verrà superato. In dote, questa “variante” - che nulla a che vedere con quelle connesse al virus - porterebbe oltre allo stop al Certificato Covid nei ristoranti, nelle manifestazioni e nelle strutture culturali per il tempo libero, anche lo stop all’obbligo di mascherina nei negozi, sui trasporti e in tutti i luoghi al chiuso. Via libera senza limitazioni anche agli incontri privati.

La “variante 2” invece prevede ancora l’obbligo di mascherina e lo stop alle autorizzazioni per le grandi manifestazioni al chiuso, sempre però partendo dal presupposto che nei ristoranti non servirà più il Certificato Covid. Nel contempo, il governo ha stanziato altri 3,4 miliardi di franchi per sostenere nell’anno in corso l’economia e il lavoro.

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