Le aziende svizzere cercano personale: in programma 9.300 assunzioni

Confine Lo studio focalizzato sui posti vacanti nelle 50 principali imprese elvetiche. Nell’arco di un mese registrato un aumento dell’8%, possibile ricaduta sui lavoratori frontalieri

È allarme occupazione per le imprese svizzere. Un tema che peraltro tiene banco in modo importante anche al di qua del confine. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Keystone, nella vicina Confederazione «il numero di posti di lavoro vacanti, per i quali le maggiori imprese svizzere sono alla ricerca costante di personale, è aumentato notevolmente nelle ultime settimane». A corredo di questa affermazione perentoria, sono stati diffusi anche i seguenti dati, che inquadrano al meglio il problema. E questo in virtù del fatto che se ad inizio maggio le 50 maggiori aziende rossocrociate segnalavano circa 8.600 posti vacanti, oggi questo dato è stato ulteriormente ritoccato al rialzo, raggiungendo quota 9.300.

La tendenza

«Siamo nell’ordine di un +8% in un mese - la sottolineatura dell’agenzia Awp, ripresa da Keystone - a eccezione delle Ferrovie Federali Svizzere, tutte le maggiori aziende hanno registrato un numero crescente di posti vacanti rispetto ad un mese fa”. E molti di questi 9300 posti dovrebbero essere occupati o da personale specializzato o da personale con funzioni dirigenziali. Il tema è di strettissima attualità, come anticipato, con il presidente di GastroTicino - nonché vicepresidente di GastroSuisse - Massimo Suter che al nostro giornale aveva rivelato come «anche noi abbiamo grosse difficoltà a trovare lavoratori qualificati», aggiungendo che «la questione della leva economica in questo momento è più italiana che ticinese. E questo in virtù del fatto che con il reddito di cittadinanza, il Ticino è diventato meno attrattivo».

A questo quadro - già di per sé in continuo divenire - della situazione si aggiunge anche un altro aspetto tutto ticinese, ben illustrato da un dettagliato studio della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Studio in cui a fronte di 24 mila pensionamenti, nei prossimi cinque anni potrebbero restante vacanti nel Cantone di confine almeno 5 mila posti di lavoro. Si tratta peraltro di una stima prudenziale, considerato che - come evidenziato nello studio - «stime ritenute realistiche indicano in 12 mila i posti vacanti. E questo a fronte di un numero totale pari a circa 235 mila occupati». È evidente che questa ricerca su larga scala di personale - ed in particolare di personale qualificato - interessa da vicino il Canton Ticino, dove - come più volte ricordato - il numero di frontalieri occupati è salito a 74.775, destinato con ogni probabilità nel secondo trimestre dell’anno a superare le 75 mila unità.

I settori

La ricerca di personale - anche in Ticino - interessa in particolare il terziario, dove le aziende stanno guardando sempre più alle aree italiane, ancor più in virtù del fatto che è stato prorogato sino al 31 dicembre lo smart working per i frontalieri, inizialmente prorogato sino al 30 giugno. La Svizzera, recependo così l’indicazione dell’Unione Europea, ha così deciso di dar corso alla proroga sino a fine anno, in attesa che vengano definite nuove regole d’ingaggio per il 2023.

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