Nove tonnellate al giorno
«Il mio gelato nel mondo»

Made in BrianzaIn questi giorni il pieno di lavoro per l’impresa di Mariano Quota di export del 70%, 14 dipendenti e ricavi cresciuti del 25% nel 2018

Nove tonnellate di gelato prodotte al giorno, il corrispettivo di nove mila porzioni, distribuite a tante persone da riempire uno stadio intero. Da Mariano Comense in tutta Europa e anche oltre Oceano, sulle tavole degli americani, ci finisce un gelato made in Italy che ormai si è imposto come eccellenza.

Nel 2019 saranno 30 anni da quando il Laboratorio Artigianale Gelateria Ghisolfi ha avviato la sua produzione per il 70% rivolta all’estero, cedendo le cinque gelaterie che la famiglia Ghisolfi aveva aperto nella nostra zona a Como, Fabbrica Durini, Meda, Arosio e appunto Mariano Comense. Il primo negozio alzò i battenti a Meda nel 1958 con Alessandro Ghisolfi e da allora l’arte della gelateria non è mai stata abbandonata. Si è trasformata, mantenendo però sempre la sua connotazione artigianale e ha conquistato i palati più esigenti, facendo il giro del mondo. Nel 2011 è stato un principe arabo a chiedere a Ghisolfi di confezionargli un gelato al latte di cammella, solo una delle richieste più insolite che hanno bussato alla porta del laboratorio marianese.

Gusto e passione

Fatto sta che Roberto Ghisolfi, il mastro gelatiere che oggi tiene le redini dell’attività, non ha mai perso il gusto e la passione di fare questo lavoro. Un lavoro che gli ha portato tante soddisfazioni. Solo nel 2018 l’azienda ha registrato un più 25% di fatturato sull’anno precedente, ribadendo che la qualità è la chiave di volta per rimanere, praticamente, immuni dalla crisi.

«Lavoro come un sarto di alta moda – racconta Ghisolfi – mi piace dare ascolto alle richieste del cliente e proporgli un gelato su misura, ma soprattutto che non faccia sconti sulla qualità delle materie prime e del processo artigianale di produzione». E allora a Mariano hanno preso forma, dall’estro di Ghisolfi, le ricette di gelato più diverse. Dal gelato alla torta paesana, alla panna e mostarda, al lupino, fino alla creazione di linee per vegani o per atleti che chiedevano un gelato con l’aggiunta di un significativo carico proteico e ancora i sorbetti di sola frutta, senza aggiunta di acqua. «Ogni creazione è una sfida – continua Ghisolfi – Ed è proprio la sfida che mi permette di tenere viva la mia passione e di continuare nel lavoro per cui sono nato. Il nostro punta di forza è il passaparola. Sono arrivati da noi clienti di ogni tipo, dalla principessa al politico, passando per la grande azienda svizzera che ha portato le nostre produzioni a essere servite fin sotto le torri di Notre Dame a Parigi. Mi piace assecondare le esigenze di chi gusterà i nostri gelati e ogni volta sperimentare abbinamenti nuovi. In inverno si studia la stagione estiva e in laboratorio si rinnova la magia del gelato».

Attività frenetica

In questi giorni alla Ghisolfi l’attività è frenetica, le macchine si spengono per poche ore e i 14 dipendenti sono al lavoro con tanto di straordinari. Ma Ghisolfi conserva anche un altro sogno nel suo personale cassetto che vorrebbe si avverasse presto. «È un desiderio che coltivo da alcuni anni e che adesso penso sia venuto il momento di trasformare in realtà. Vorrei tornare al punto da dove abbiamo iniziato, al contatto con la gente. L’idea è di aprire un negozio dove possa finalmente mostrare a tutti cosa abbiamo saputo fare in questi anni e condividere la gioia di un buon gelato direttamente con chi lo gusta e lo apprezza».

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