Posti letto, solo un terzo negli alberghi. Il boom delle case vacanza

Turismo In provincia di Como le strutture extralberghiere sono attualmente 3.700, a fronte di 240 hotel. Gonella (Confcommercio): «Numero chiuso? No a imposizioni calate dall’alto, serve più programmazione »

Il numero di posti letto per km2 nella provincia di Como è di 42,2 con una prevalenza di posti letto in strutture extralberghiere (31) secondo l’analisi di Polis Lombardia su dati Istat. Le strutture ricettive nella nostra provincia sono complessivamente 3.700, di queste 240 gli alberghi. In Lombardia sono aumentati in particolare gli alberghi da 4 e 5 stelle (+3,3%), le case vacanze (+10,9%) e gli agriturismi (+7,7%).

Le tendenze

Un aumento esponenziale di accoglienza che, nei momenti di picco dei flussi turistici, induce a far salire sui banchi degli imputati le case vacanze dei privati. Come risposta a un tema che già coinvolge da Venezia a Capri tutte le migliori destinazione italiane, in Alto Adige hanno previsto un provvedimento draconiano: sarà fissato un tetto massimo ai posti letto turistici in tutta la provincia. E i privati non potranno creare nuove strutture ricettive.

«Nella provincia di Como non ci sono segnali delle amministrazioni di questa direzione e non mi sembra neanche sia opportuno approcciare in modo semplicistico e dall’alto un tema che è molto complesso e che ha un impatto economico ampio e diversificato su diverse categorie di persone, dai proprietari, agli artigiani, alle guide turistiche fino ai negozi di vicinato – interviene Paola Gonella, presidente del gruppo extra alberghiero Confcommercio Como con attività a Rovenna - la risposta alla gestione più opportuna dei grandi flussi turistici dovrebbe essere frutto di un confronto tra le associazioni di categoria e le amministrazioni basato sui dati reali e riscontri oggettivi e in vista di una programmazione di lungo periodo. Non su sensazioni colte a caldo» precisa.

Infatti le grandi folle dei fine settimana di primavera che hanno scaldato la polemica sono soprattutto dovute al quel turismo di giornata che si cerca invece di scoraggiare: persone che transitano da Como o Bellagio dalla mattina alla sera. Gli alloggi extralberghieri al contrario incoraggiano le persone a fermarsi, a non intasare le vie di transito ma piuttosto a godersi un territorio vario e ampio garantendo alla fascia media dei visitatori europei e italiani un servizio di accoglienza opportuno.

La ricaduta ha effetti positivi sulla tipologia di turismo che si trattiene sul Lario: con il crescere delle possibiltà di alloggio per le diverse fasce di visitatori sono aumentati i giorni di parmanenza media sul territorio. Il numero medio di giorni di soggiorno in Lombardia è passato dai 2,4 del 2019 ai 2,94 del 2021 e la tendenza è in crescita. Segno di buona salute per il turismo.

Il cambiamento

«La mia esperienza conferma questa direzione per i flussi di visitatori e per le tipologie – commenta Paola Gonella – quando abbiamo aperto il nostro B&B nel 2008, tra i primi, si fermavano i viaggiatori che dal nord Europa facevano sosta per andare poi in Toscana e oltre. Con il tempo, apprezzando i luoghi, la sosta è diventata di due, tre giorni e oltre, fino a trasformarsi in una vera vacanza. Spesso si tratta di famiglie e viaggiatori che amano i luoghi meno consueti, alcuni partono da Rovenna per lunghe camminate»

C’è naturalmente un tema che riguarda la qualità dell’accoglienza, su questo vigila Confcommercio che prevede una serie di momenti di formazione per i privati. A beneficiare del sistema case vacanza è anche l’indotto: chi si ferma qualche giorno chiede i servizi delle guide turistiche, visita musei, va al bar e ristorante, affitta barche e bici, fa la spesa nei negozi di vicinato. C’è un intero sistema che gravita attorno agli affitti brevi e dà vivacità a interi quartieri.

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