Reddito di cittadinanza
Controlli a Como
41 persone nei guai

Da inizio anno scoperti in provincia di Como numerosi incassi abusivi. Danno stimato intorno ai 100mila euro

Le ultime due denunce risalgono ai giorni scorsi. A Como una cittadina romena, residente formalmente a Reggio Calabria ma di fatto tornata a vivere in Romania, ha cercato di riavere il reddito di cittadinanza che le era stato annullato. Mentre a Carugo una donna italiana è arrivata a “nascondere” un famigliare che viveva con lei, pur di ottenere l’assegno.

Prosegue il giro di vite dei carabinieri nei confronti dei tantissimi cittadini che presentano documenti e dichiarazioni falsi per poter incassare il reddito di cittadinanza. Dall’inizio dell’anno il comando provinciale dell’Arma, assieme ai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno già denunciato 41 persone, congelato 8 posizioni a carico di altrettanti destinatari di misure cautelari e di fatto recuperato oltre centomila euro indebitamente incassati.

Indispensabile, per le varie operazioni di controllo concluse con la sospensione dell’assegno e con la denuncia alla Procura, la collaborazione tra il comando provinciale dei carabinieri e gli uffici postali sul territorio. I responsabili di questi ultimi sempre più spesso si rivolgono all’Arma per chiedere aiuto così da essere più veloci e incisivi nei controlli.

Chi viene ammesso al reddito di cittadinanza, dopo aver ricevuto esito positivo dall’Inps deve presentarsi alle Poste per ritirare la “carta Reddito di Cittadinanza”, necessaria per poter avere i soldi previsti dallo strumento di aiuto alle fasce più povere della popolazione. Ma la maggior parte della documentazione necessaria ad ottenere l’assegno è composta da autocertificazioni. Che, spesso, risultano false.

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