Smart working dei frontalieri. Ormai certo: niente accordo tra Italia e Svizzera e niente proroga

Confermata da febbraio la cessazione dell’accordo amichevole tra Italia e Svizzera. E ora si temono le ricadute sul traffico

Pare ormai certo che l’accordo amichevole sul telelavoro per i frontalieri non verrà rinnovato a partire da mercoledì 1 febbraio in poi. Così come la Svizzera ha annunciato in tempi non sospetti la volontà dell’Italia di non rinnovare l’intesa siglata durante la prima ondata di contagi, la stessa Confederazione ha fatto sapere di non aver ricevuto segnali dalla vicina Penisola su un possibile nuovo accordo. Il che inevitabilmente apre un nuovo fronte, legato ad una “fase due” dell’intesa.

«Lo scorso 9 gennaio avevamo inviato come parti sociali svizzere una lettera alla Segreteria di Stato dell’Economia sollecitando un nuovo accordo amichevole con l’Italia sul telelavoro dei frontalieri, che terminerà alla fine di questo mese - la chiosa di Andrea Puglia, responsabile frontalieri del sindacato Ocst -. La Segreteria di Stato per le questioni finanziarie negli ultimi giorni ha fornito una risposta formale alla nostra richiesta di intervento diretto con l’Italia, senza indicazioni soprattutto sulle tempistiche di una nuova intesa con l’Italia». Da qui la novità.

«Come parti sociali abbiamo chiesto un incontro al competente ministero svizzero. Incontro che si terrà nei prossimi giorni - fa notare ancora Andrea Puglia -. L’obiettivo è arrivare a negoziare con l’Italia un nuovo accordo amichevole sul telelavoro che possa fare definitiva chiarezza sul tema, togliendo ad imprese e lavoratori - sottolineatura importante - il pericolo di avere implicazioni in negativo di natura tributaria. Se si arriverà a questo accordo amichevole, verrà fissata una certa quota di giorni che il frontaliere potrà fare in telelavoro».

Da capire ora quale sarà l’atteggiamento delle aziende a partire da metà della prossima settimana. Di certo servirà che i due Governi tornino al tavolo delle trattative date le implicazioni di natura diversa - incluse le ripercussioni sul traffico - che lo stop al telelavoro porterà in dote.

Su questo tema martedì in Senato verrà presentato un ordine del giorno del parlamentare del M5s Bruno Marton: «La proroga è indispensabile per l’economia, l’ambiente e la qualità della vita».

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