Svizzera, aumentano gli stipendi. Nell’industria fino all’1,1% in più

Confine Una risposta all’impennata dei costi energetici e all’inflazione arriva da Berna. I benefici maggiori per i lavoratori dell’edilizia e per chi è impiegato nei servizi di supporto

Una risposta all’impennata dei costi energetici e all’inflazione che continua a correre veloce è arrivata ieri attraverso l’Ufficio federale di Statistica, che ha certificato come per oltre mezzo milione di lavoratori sono arrivati nell’anno in corso aumenti salariali (medi) pari allo 0,8%, in quello che può essere definito un «piccolo, ma importante segnale a favore dei lavoratori».

Dalle costruzioni alla sanità

Ciò che interessa alle nostre latitudini - pur con il franco leggermente in discesa nei confronti dell’euro rispetto ad un mese fa - è rinchiuso in quei due aumenti percentuali - +0,9% nel settore secondario e +0,8% nel settore terziario - che evidentemente hanno a che vedere direttamente con diversi lavoratori frontalieri. Il tutto dentro il perimetro dei principali Contratti Collettivi di Lavoro. Puntualizzazione importante dentro le dinamiche occupazioni rossocrociate. Nel dettagliato report, l’Ufficio di Statistica che fa capo a Berna ha rimarcato che «gli adeguamenti salariali hanno interessato, in particolare, le costruzioni (+1,1%), le attività amministrative e servizi di supporto (+1%), l’informazione e comunicazione (+0,9%), le attività finanziarie e assicurative (+0,9%), il commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+0,9%), il trasporto e magazzinaggio (+0,8%), le attività manifatturiere (+0,8%) nonché la sanità e assistenza sociale (+0,7%)».

L’Ufficio federale di Statistica ha anche dato conto della distinzione tra adeguamenti salariali «a titolo collettivo» - che restano minoritari nel settore terziario (19%), mentre sono maggioritari nel settore secondario (78%) ed adeguamenti a «titolo individuale», con questi ultimi che nell’anno in corso hanno registrato un +0,5%.

Il report federale ha preso in esame anche i “salari minimi” nell’anno del debutto ufficiale anche in Canton Ticino. Nel 2022 i salari minimi definiti, nei principali Contratti Collettivi di Lavoro, sono aumentati dello 0,6%, con l’Ufficio federale di Statistica che ha rimarcato come «un po’ più di 1 milione 664 mila persone sono assoggettate a un Contratto Collettivo di Lavoro nell’ambito del quale si è giunti a degli accordi sui salari minimi». Salari che, nel dettaglio, hanno registrato un segno più pari allo 0,6% nel settore secondario e un +0,7% nel terziario. In cima all’elenco dei segmenti economici che maggiormente hanno beneficiato degli aumenti figurato il commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+2,2%), le attività manifatturiere (+1%) nonché le attività amministrative e servizi di supporto (+0,6%).

Un campione di lavoratori

Nella nota esplicativa a corredo del report, l’Ufficio di Statistica che fa capo a Berna ha precisato che «sono stati selezionati almeno 1500 lavoratori - nell’ultimo periodo di osservazione - che rispondono ai principali Contratti Collettivi di Lavoro», sotto la lente nel periodo tra il 1° marzo e il 30 giugno. L’indagine si è basata su questionari scritti, sottoposti alle parti sociali firmatarie dei Contratti collettivi (una sul fronte dei datori di lavoro e una su quello dei lavoratori), con un interesse diretto sia sulle trattative salariali svolte che accordi salariali conclusi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA