Tecnologia e ricerca
Da cento anni
farine di eccellenza

Giornata di festa alla Molini Lario di Alzate che ha celebrato lo storico traguardo con i 32 dipendenti. Il presidente Bozzi: «Realtà solida proiettata nel futuro»

Una grande festa è stata quella organizzata dalla Molini Lario di Alzate Brianza in occasione dei suoi cento anni di attività che, ieri (ma lo farà anche oggi), ha aperto le porte a dipendenti, autorità locali, giornalisti e clienti per celebrare insieme lo storico traguardo.

«Il 4 febbraio 1919 nasceva la Molini Lario – ha detto il presidente a Giacomo Bozzi – e questi cent’anni raccontano tre generazioni che hanno lavorato con dedizione, passione e sacrificio e ci hanno sostanzialmente passato il testimone di questa attività in un mondo molitorio difficile, nel quale è necessario fare le cose bene per uscirne al meglio. Oggi, grazie a loro, ci troviamo con un mulino che ha una solida presenza sul mercato. La volontà di Molini Lario è quella di comunicare di più, perché è indispensabile far conoscere la farina, che è un prodotto tecnico e di base ma dietro al quale c’è un universo d’immagine che deve venire veicolato, quindi non possiamo limitarci a venderlo, ma dobbiamo raccontare la sua storia, fatta di tecnologie all’avanguardia, di studio e ricerca del prodotto».

I lavoratori

La giornata di ieri è stata dedicata ai giornalisti, alle autorità e, soprattutto, ai dipendenti, «quelli - ha specificato il presidente - che si meritano davvero una festa, per la dedizione che mostrano nel loro lavoro». Oggi, invece, spazio a clienti e fornitori, «nostri partner commerciali a tutti gli effetti, con i quali vogliamo stabilire un rapporto che vada al di là del semplice binomio acquisto – vendita, finalizzato alla costruzione di qualcosa insieme».

«A questo proposito - ha detto ancora Bozzi - abbiamo aperto l’Accademia Farina, un centro di sperimentazione delle nuove farine, dove incontriamo panificatori, pizzaioli e pasticcieri e ai quali raccontiamo i nostri processi produttivi e le nostre farine. Andiamo così a creare un momento di informazione, confronto e condivisione con i nostri partner di acquisto e di vendita, per ribadire l’importanza di creare relazioni di fiducia, conoscenza e rispetto reciproco in lotta con un mercato poco favorevole, in cui il pane è in discesa e i negozi di panificazione tendono a chiudere. Noi pensiamo che, invece, attraverso questa metodologia, possiamo ottenere buoni risultati».

Il ciclo produttivo

Durante la mattinata, tutti gli invitati hanno potuto partecipare ad una visita guidata dell’intero stabilimento, durante la quale è stato spiegato nel dettaglio l’intero processo produttivo, dall’arrivo del grano alla realizzazione di panificati all’interno dell’Accademia, seguita da un ricco buffet offerto dall’azienda all’interno del salone principale, allestito e addobbato a festa.

«Le tecnologie di base sono rimaste fondamentalmente le stesse – ha proseguito il presidente – ma si sono evolute nel tempo, si è lavorato molto sul processo produttivo e sui silos, il cui numero e dimensione permettono, oltre che l’insilaggio di grani differenti, anche tutte le miscelazioni che creano le varie farine che produciamo. Rispetto alla materia prima, il nostro obiettivo è quello di rivolgerci in primo luogo al territorio italiano, ma quest’ultimo non produce abbastanza grano per soddisfare il fabbisogno dell’industria molitoria. Il nostro grano arriva dunque dall’estero e, in via esclusiva, dell’Est Europa (solo Paesi Ue) e dalla Francia. I grani sono tutti certificati e la loro qualità, sia in ingresso che in uscita sotto forma di farine, viene verificata e testata nel nostro laboratorio».

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