Ticino, via le restrizioni
Sempre più vicino
l’addio al Green pass

In Svizzera possibile svolta da giovedì 17 febbraio. Resterebbe in vigore solo l’obbligo di mascherina su mezzi pubblici, negozi e strutture sanitarie

Anche il governo di Bellinzona - in leggero ritardo rispetto a gran parte degli altri 26 Cantoni - ha dato ieri pomeriggio il proprio assenso alla prima delle due “varianti” proposte da Berna a partire dal 17 febbraio (mercoledì prossimo l’annuncio definitivo).

Il parere

In buona sostanza, il governo cantonale ha ratificato il proprio assenso al “liberi tutti” - contenuto nella prima variante - proposto lo scorso 2 febbraio dal ministro federale Alain Berset, avallando in buona sostanza «l’abbandono di tutti i provvedimenti previsti dall’ordinanza federale» - a cominciare dall’obbligo del Certificato Covid, l’omologo del nostro Green pass, nei ristoranti, nelle manifestazioni e nelle strutture legate al tempo libero - con un distinguo. Già perché, con la variante “Omicron” ancora presente soprattutto in termini di contagi, da Bellinzona è arrivato il suggerimento «di mantenere in alcuni contesti l’obbligo di indossare la mascherina». Un provvedimento quest’ultimo «considerato utile per contenere i nuovi contagi, poco limitativo delle libertà personali e privo di ripercussioni per le attività economiche, sociali e culturali».

Nella nota diffusa da Palazzo delle Orsoline è stato posto l’accento sul fatto che «il contesto epidemiologico, con un numero stabile di ospedalizzazioni nonostante un alto numero di nuovi contagi, ha indotto il governo ticinese a esprimersi a favore della “prima variante” posta in consultazione, che prevede l’abbandono di principio di tutti i provvedimenti attualmente in vigore».

Nel contempo, come anticipato, il Consiglio di Stato ha però espresso il proprio sostegno al mantenimento, almeno temporaneo, dell’obbligo di indossare la mascherina nei contesti che oggi lo prevedono (strutture sanitarie, trasporti pubblici, commercio). Il parere inviato a Berna ha toccato inevitabilmente anche i rapporti di confine. Il tema - che non interessa i frontalieri e le zone di confine (il riferimento è alla regola dei 60 chilometri) - è da associare all’abrogazione della regola “3G” attualmente vigente per l’entrata in Svizzera.

Gli eventi

L’assenso di Bellinzona va in parallelo con «l’abrogazione pressoché completa delle limitazioni d’accesso a strutture e manifestazioni a persone con un certificato, a condizione che la misura valga solo per le persone in provenienza da Stati o regioni non colpite da varianti preoccupanti del virus».

Di sicuro si tratta di un incentivo importante per il turismo, ma anche per i “grandi eventi”, che storicamente richiamano in Svizzera migliaia di spettatori da ogni dove. Quello dei Cantoni è un parere non vincolante, ma che comunque il Governo federale valuterà con attenzione. Cantoni che all’occorrenza possono inasprire con provvedimenti propri le misure federali e il “paletto” messo dal Governo ticinese sull’obbligo di mascherina in alcuni contesti. Le reazioni politiche al via libera di Bellinzona rispetto al “liberi tutti” a partire dal 17 febbraio non si sono fatte attendere. «È ora di tornare alla normalità - il commento del consigliere nazionale dell’Udc, Piero Marchesi -. Il Consiglio federale deve revocare immediatamente le restrizioni e restituire finalmente agli svizzeri la libertà».

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