Via a “quota 100”
Chance pensione
per 5mila lariani

Prevalenza di lavoratori dipendenti (42%). I Caf presi d’assalto per richieste di informazioni

Tutti vogliono quota cento. O meglio vogliono informarsi su questa misura, tanto che i patronati in qualche caso hanno dovuto potenziare il servizio per esaminare la pioggia di richieste e dare risposte il più possibile accurate. Il che è ancora difficile, visto che sì, la manovra è passata, ma si attendono le direttive dettagliate per poter procedere.

Secondo il premier Giuseppe Conte in questo modo, un milione di persone in tre anni potranno andare in anticipo in pensione.

Nel 2018 all’Inps risultavano 188.643 pensionati a Como, per un importo medio mensile di 968,94 euro. All’interno di questi, le pensioni di vecchiaia sono 117.041, per un importo medio sempre al mese di 1.198,57 euro.

In base ad alcune proiezioni lo scorso anno i comaschi con i requisiti sfioravano il tetto dei 5mila.

Che cosa accadrà ora? Dipende dalle zone anche e soprattutto per l’impatto dei settori.

Per la quota cento, l’ufficio parlamentare di bilancio nella simulazione dello scorso anno vedeva prima di tutto una forte prevalenza di uomini, 68%: non dimentichiamo peraltro che c’è sempre l’opzione donna, tra le altre misure (confermate) per la pensione.

Tornando quindi a quota cento, sempre quelle stime individuavano tanti dipendenti pubblici ma non la maggioranza: il 36%. Nel calcolo poi compare 21% tra autonomi e parasubordinati e la quota più consistente dei dipendenti privati: 42,9%. In ogni caso, andare in pensione con cinque anni di anticipo non sarà una passeggiata a livello poi di valore dell’assegno percepito: si rischiano tagli anche per il 25% cogliendo l’occasione già a 62 anni, secondo alcune simulazioni di esperti.

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