Il cantiere per la terza corsia, soprattutto di sera, ha trasformato il collegamento con la metropoli in una vera palestra d'ardimento. Sparite le corsie d'emergenza, l'A9 ha visto spuntare come funghi gimkane, fastidiosissime luci lampeggianti gialle, restringimenti di carreggiata, pericolose barriere in jersey, deviazioni nella brughiera della Bassa Comasca. E il malcapitato automobilista si è ritrovato spesso e volentieri imbottigliato in coda smoccolando in aramaico antico, magari per un banale tamponamento pochi chilometri più avanti. Certo, la terza corsia è un'opera attesa da decenni. Di più. È vitale per la malconcia viabilità comasca e tutti, quindi, abbiamo accolto con un sospiro di sollievo il via ai lavori nel 2009.
Ma i disagi hanno superato il livello di guardia ed è giusto dire basta. Il ragionamento è semplicissimo: «Non vogliamo pagare a tariffa intera un servizio dimezzato». Semplicissimo e condivisibile, soprattutto se si pensa al salasso che ci si ritrova ogni volta (un euro e novanta) alla barriera di Como Sud. I contestatori non hanno nulla contro il cantiere in corso, anzi. Ma rimarcano che il pedaggio ha senso solo se in autostrada si può viaggiare regolarmente a 130 all'ora, mentre il tratto tra Como e Milano è disseminato di cartelli con il limite a 80 km/h, se non addirittura a 60. Quindi la tariffa - come rilancia il Codacons - va abbassata o eliminata del tutto fino al luglio 2012, data annunciata per la fine lavori. Oppure, in subordine, il pedaggio andrebbe rimborsato almeno in casi specifici, facilmente rilevabili leggendo i tabulati orari dei singoli Telepass, di cui gran parte degli utenti abituali sono ormai dotati.
Il meccanismo, se vogliamo, ricorda analoghe misure adottate in campo ferroviario (il bonus per i pendolari, applicato sugli abbonamenti successivi in caso di ritardi ripetuti) o anche per i voli aerei (quando il ritardo alla partenza supera le cinque ore scatta il diritto al rimborso).
«Se le condizioni del servizio cambiano - ha dichiarato ieri Mauro Antonelli del Codacons - è legittimo chiedere la revisione degli accordi». L'Associazione comasca utenti della strada, invece, oltre ad agitare lo spettro della "class action" (con poche speranze), ha messo nel mirino il nodo della sicurezza, derivante dalla soppressione della corsia di emergenza per lunghi tratti. Un problema non di poco conto, che potrebbe avere risvolti pesantissimi in caso di ritardi o complicazioni nei soccorsi.
La Società Autostrade, ovviamente, ha risposto picche alla richiesta di sospendere il pagamento del pedaggio, dicendo che serve a finanziare la terza corsia e che, comunque, non spetta alla concessionaria determinare le tariffe. Non avevamo dubbi. Magari il somaro lombardo, come recitava un fortunato slogan della Lega, continuerà a tacere e pagare. O forse la mobilitazione andrà avanti. Chissà. Quel che è certo, scomodando di nuovo Nino Manfredi, è che percorrere l'Autolaghi più che un piacere è diventato un incubo.
Emilio Frigerio
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