La crisi non si batte
con Berlusconi & C

 Va bene che la Grecia ci ha sempre portato male. Fin dai tempi dei virili romani conquistatori conquistati dai raffinati e un po' debosciati ellenici per continuare con la storia di quello che voleva spezzare le reni... Non basta però invocare l'idea scellerata del referendum su una questione non negoziabile da parte di Atene per giustificare l'ennesima giornata devastante per la Borsa, l'economia italiana e il dannato spread che ci tiene svegli le notti.
Perché una buona porzione di quello spread così come la spiegazione per cui se tutte le Borse vanno male, Piazza Affari è sempre la peggiore, com'è accaduto ieri risiede nella scarsa credibilità della nostra classe politica.
Il pesce si sa puzza dalla testa e se Berlusconi avesse in un angolino della sua coscienza (probabilmente immacolata per lo scarso utilizzo) un minimo di senso dello Stato dovrebbe salire da Napolitano e passare la mano. Le risposte del mercato di questi giorni dimostrano che la lettera d'intenti vergata dal nostro capo del governo è stata presa come carta straccia. Ma la faccenda non riguarda solo il premier che pure, per il ruolo e le cose fatte (anzi non fatte) in questi mesi dal suo governo è il principale responsabile del disastro. Lo ha detto anche Napolitano, l'unico italiano che goda di un po' di considerazione in Germania: la nostra classe politica è inadeguata. Non è adatta cioè ad affrontare la sfida titanica che la condizione della nostra economia unita a quella europea e a quella mondiale ci mette davanti.
E non si può certo dar torto al capo dello Stato. In un momento in cui servirebbero costruttori, gente con poche idee ma chiare, efficaci e coraggiose, si fanno avanti i rottamatori. Non solo a sinistra, dove peraltro il presunto giovane Renzi può vantare predecessori illustri in fatto di distruzioni.
Anche nel Pdl e nella Lega coloro che fanno timidamente mulinare i pugnali nell'ombra di complotti alle vongole dovrebbero venirne a una. Il momento non consente indecisioni. Ma il sospetto, agghiacciante, è che, mentre si odono i crepitii delle fiamme in casa, i nostri politici siano in altre faccende affaccendati.
Nel Pdl si pensa al dopo Berlusconi nella speranza che l'ostacolo si rimuova da sé visto che nessuno è nelle condizioni di agire. La Lega sta offrendo uno spettacolo avvilente di lotte intestine coperte dalla foglia di fico dei soliti giornalisti canaglia che si inventano tutto perché al soldo di Roma ladrona.
Nel Pd il profumo di vittoria alle prossime elezioni sta, come il solito, facendo impazzire tutti. Di Renzi si sa. Ma anche gli altri leader o presunti tale non si fanno mancare nulla. Il fatto che sia Di Pietro a dare lezioni di ragionevolezza con la sua rinuncia alla corsa per le primarie la dice lunga. Il terzo polo sta fermo nell'attesa che le nespole cadono senza neppure prendersi il disturbo di scuotere la pianta.
In questo clima non c'è nessuno che metta in campo uno straccio di proposta per tentare di mettere un argine allo tsunami che rischia di portarsi via le banche con i risparmi di una vita delle famiglie italiane. Questa è l'unica priorità. Altro che rottamazioni, complotti, primarie, rese dei conti e congressi. Napolitano sembra l'unico a capirlo. A lui ora guarda l'Italia che vuole avere un futuro.
Francesco Angelini

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