Un italiano diverso
Con la maiuscola

 Un italiano diverso. Anzi, con un po' di carica patriottica, si potrebbe anche scrivere l'Italiano. Maiuscolo. Di questi tempi, tra sorrisini ironici, copertine di periodici feroci, rapporti più o meno riservati imbarazzanti, non è che il dirsi o il presentarsi come «italiani» in certe stanze del potere internazionale sia una nota di merito.
Però ieri potrebbe essere stato il giorno della riscossa. L' Italiano Mario Draghi ha debuttato sul proscenio mondiale annunciando, dopo anni e anni di triste rigidezza di ascendenza prussiana, che i tassi europei si possono anche abbassare, limare, di poco, ma comunque ridurre.
Un uomo, un banchiere, compìto e distaccato, eppure capace di dare una scossa ai mercati come non si vedeva da tempo. In un inglese perfetto, poche parole, la precisazione che la decisione è stata presa all'unanimità, cui ha fatto seguito un'analisi dettagliata, dinamica della situazione, tra Paesi a rischio default, economie gravate da debiti paurosi, banche sull'orlo del collasso e l'euro non in splendida forma.
Draghi ha parlato di dati incoraggianti sull'inflazione e molto meno sulle possibilità di crescita, ha confidato sulle possibilità di attuare misure impopolari eppure necessarie a mettere in sicurezza i conti, ma non ha fatto sconti. Neppure e soprattutto all'Italia la quale, anzi, non potrà godere per sempre della rete di protezione dell'acquisto di titoli da parte della Bce.
Niente sconti da un Draghi al vertice di Eurotower. Ma sappiamo pure che lui non può aver dimenticato il suo ruolo "politico" trasmesso nelle annuali considerazioni di Bankitalia, quando suggeriva le misure da adottare e le politiche da seguire. Indicazioni, peraltro, sempre ignorate, con il risultato che si vede in questi giorni.
Il problema è quest'ultimo: da ieri possiamo andare orgogliosi di questo Italiano, ma anche di personalità come il capo dello Stato, che sta cercando di salvare la barca e da settimane è in pratica l'unico referente della Merkel e di Sarkozy, per loro stessa ammissione. O di insigni studiosi come Mario Monti, in crescita come possibile premier di un governo d'emergenza, stimato e anche invidiato all'estero. Altri Italiani da maiuscole, quindi.
Tuttavia le scelte che l'Europa e il mondo ci chiedono vengono fatte da un governo che perde ogni giorno i pezzi - ieri due parlamentari del Pdl se ne sono andati all'Udc, un terzo è passato al gruppo Misto -, che non gode neppure di grandi attenzioni ai summit come quello di Cannes: Berlusconi, ad esempio, pur essendo il leader di uno dei Paesi cardine dell'Europa (e in questo momento anche tra i più pericolosi), non ha avuto alcun incontro bilaterale con Barack Obama, al contrario del duo Merkel-Sarkozy e con questi ultimi due non ci sono stati faccia a faccia decisivi.
Il G20 e l'Europa ci richiamano ai fatti, senza lettere o impegni generici: vogliono voti parlamentari e il problema per Berlusconi è proprio questo. Non va trascurato il fatto che ieri, dopo il taglio di Draghi e referendum abortito in Grecia, anche il nostro spread ha ripreso fiato ma è rimasto saldamente ben al di sopra dei 400 punti, il che vuol dire fino a 18 miliardi all'anno in più da pagare. E oggi la giostra può riprendere a girare. Per questo ci servono Italiani che ci aiutino a salvarci e risollevarci. Italiani con la maiuscola.
Umberto Montin

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