Il mattone, l'ossigeno
e le scelte dei politici

Sapete chi rischiano di essere oggi i migliori alleati degli ambientalisti? Le banche. Chi l'avrebbe mai detto che a porre un freno alle briglie sciolte al mattone degli ultimi anni sarebbero scesi in campo gli uomini con il gessato dal taglio sartoriale e le Church's ai piedi.
Difficile immaginare Pier Aldo Bauchiero, l'ambasciatore a Como di Intesa Sanpaolo, come un attivista di Legambiente o di Greenpeace. Eppure, nell'intervista a "La Provincia", ha detto qualcosa di rivoluzionario. Dopo aver ammesso errori nella politica di concessione dei crediti fino all'altro ieri, ha annunciato che presterà i soldi con parsimonia agli imprenditori edili vista la grande quantità di case invendute e «solo per opere fatte da addetti ai lavori». Svelando, con quest'ultima affermazione che il "re è nudo", cioè che in giro, accanto a professionisti seri e responsabili, c'è parecchia improvvisazione.
Peccato che i primi, ora, rischiano di pagare caro il rigore deciso dalle banche. Giustamente Marco Doneda, presidente dei Costruttori comaschi, invita il banchiere a non fare di ogni erba un fascio, a non togliere ossigeno ad un settore dell'economia che crea posti di lavoro direttamente e a cui è legato un indotto importante fatto di impiantisti, idraulici, produttori di infissi e mobilieri.
A fare tesoro delle parole del banchiere dovrebbero però essere anche i politici e gli amministratori pubblici. Incuranti delle migliaia di appartamenti invenduti e vuoti che punteggiano la ex verde Brianza, la costiera del lago, per non parlare delle città, continuano tracciare sulle planimetrie dei paesi che amministrano zone di edificazione urbanistica, piani di insediamenti produttivi (già i nomi non fanno presagire nulla di buono) immaginando un boom demografico con percentuali africane.
Lo ha fatto la giunta Bruni a Como che si è vista bocciare dai tecnici dell'Amministrazione provinciale il nuovo piano di governo del territorio che prevede un milione e 278 mila metri cubi di costruito. Stesso giudizio negativo incassato dal piano regolatore della giunta canturina guidata da Tiziana Sala. Gli interventi previsti sono stati giudicati da Villa Saporiti, parole testuali, «sproporzionati per aree edificabili e quantità di interventi».
E dire che basterebbe alzassero lo sguardo dal  marciapiede per accorgersi che siamo un paese per vecchi e le giovani coppie che vorrebbero comprare casa non possono perché costano troppo. Basterebbe distogliessero l'attenzione dal proprio ombelico per rendersi conto della quantità di invenduto che c'è sul mercato. Tale rischia di rimanere se il pubblico non si decide ad assumere la responsabilità di una seria politica sulla casa per far incontrare la domanda (che si sarebbe) e l'offerta (che abbonda).
Curioso se ad innescare a Como la rivoluzione culturale sul mattone fosse proprio il sabaudo Bauchiero che ha dalla sua un grande vantaggio: il controllo dei cordoni della borsa.
Elvira Conca

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