Né lavoro né pensione
Aiutate i dimenticati

Vanno bene le lacrime del ministro Fornero che non riesce a pronunciare la parola «sacrifici», un po' come Fonzie non era in grado di dire «scusa». Purtroppo però questo non è un governo da Happy Days. I goccioloni della titolare del Welfare meritano rispetto perché non fanno certo parte del teatrino della politica (anche se c'è da chiedersi cosa accadrà quando si troverà vis a vis con un'arcigna Camusso).
Ma proprio per la sensibilità dimostrata, signora Fornero, si ingegni per trovare una soluzione a un caso, forse sfuggito nella fretta di mettere insieme una manovra che potesse puntellare casa Italia prima che ci crolli sulla testa.
Perché oltre ai tanti che staranno meno bene dopo i sacrifici imposti dal governo Monti, c'è chi è spinto, da questa manovra, sulla soglia della disperazione.
Si tratta di quei lavoratori in mobilità che, a causa dello slittamento in avanti della pensione, si verranno a trovare in una sorta di limbo.
Una volta scaduto l'ammortizzatore sociale non saranno più lavoratori, ma neppure pensionati.
In pratica non percepiranno più un reddito. E neppure, visti i chiari di luna e la loro età non più verde, possono pensare di trovare un'occupazione per riempire il tempo che li separa dal pensionamento.
Si tratta di trecento persone nella sola provincia di Como. Trecento persone, forse altrettante famiglie, già in una condizione non certo facile, spinte verso il baratro da quella che non può che essere una distrazione.
Capita quando si deve fare tanto e subito. Ma bisogna rimediare. Anche se, a ben vedere, non è neppure facile. Lo confermano i sindacati che ammettono di non saper che pesci pigliare. Del resto non è pensabile di riaprire tutta la mastodontica pratica delle pensioni solo per questi lavoratori, che saranno sempre un'esigua maggioranza. Ma per loro e per le loro famiglie questo conta poco o nulla.
Nessuno può essere considerato un numero quando si trova in difficoltà. Da nessun governo: sia di destra o di sinistra, sia politico o tecnico. D'altra parte questi (come chiamarli?) non più lavoratori e non ancora pensionati non possono essere lasciati a sé stessi.
Occorre sensibilità. Allora, il ministro Elisa Fornero, che tanta ne ha dimostrata di fronte a coloro che non vedranno rivalutate le loro pensioni per i prossimi due anni, ma che comunque, continueranno ad avere un reddito, non può non prendersi a cuore le sorti di chi, da un giorno all'altro rischia di precipitare nell'indigenza.
La soluzione è difficile, ma per un governo di questa qualità e di questa cifra non può essere impossibile. Dopo tanti miracoli annunciati e mai arrivati ce da attendersene uno vero che salvi queste persone e le loro famiglie.
Francesco Angelini

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