Quando si tratta di roba pubblica, invece, tutti diventano distratti, nel migliore dei casi, o profittatori, nel peggiore. Buon per i cronisti, che dissotterrano scandalo dopo scandalo, malissimo il pubblico che lo scandalo lo vive tutti i giorni e ne soffre parecchio, anche se non se accorge. L'uso disinvolto, sbadato e in qualche caso illegale che si fa dei beni pubblici, e fra tutti segnaliamo quelli immobiliari, è per la società come una malattia asintomatica, tipo la pressione alta: per anni e anni la si coltiva senza accorgersi di niente e poi, un brutto giorno, il tubo salta e si finisce male.
Direte che diciamo tanto per dire, ma non è così. Prendiamo la situazione a Como, dove ogni giorno che passa si svelano sempre di più le dimensioni di uno scandalo "affittopoli" degno delle migliori inchieste del genere.
Consideriamo, per essere più precisi, la situazione dei posti auto e dei box di proprietà comunale. Come leggerete nei servizi all'interno, su un totale di 180 posti disponibili, il Comune riesce a farsi pagare per un terzo degli affitti: trentamila euro a fronte dei novantamila dovuti. Questo nel 2011, perché nel 2012, al momento, nessuno si è preoccupato di incassare alcunché e la somma raccolta, come stranamente accade in questi casi, è pari a zero. In più, è facile far notare che con un patrimonio di 180 posti auto, considerata la fame di parcheggi e i prezzi di mercato, anche se si riuscissero a recuperare tutti i novantamila euro previsti, il Comune, se paragonato a un gestore privato, non sarebbe esattamente da proporre quale modello gestionale.
Nessuno credo, vorrebbe spingere il sindaco a comportarsi come uno di quei padroni di casa della Londra di Dickens, pronto a buttare in strada il prossimo senza che il ciglio mai gli si inumidisca, ma, fatti due conti, non si può evitare di notare come, incrostata nel tempo, questa gestione fatta di ignoranza del mercato, evidenti privilegi e generale disinteresse, lavori ai fianchi l'intera comunità, facendola più povera di quanto sia, privandola dei servizi che entrate più cospicue potrebbero assicurare e, ancora una volta, alimentando l'odioso dualismo tra chi approfitta di favori e conoscenze o anche solo della sclerosi burocratica, e parcheggia in centro a costo (quasi) zero e chi, meschino e senza appoggi, paga tutto a prezzo di mercato, senza contare che magari gli chiedono pure il deposito, le spese straordinarie e il bollo sulla ricevuta.
Non solo è diritto del Comune raddrizzare la situazione, ma è soprattutto suo dovere. Se non altro, lo faccia per noi, i cittadini, stanchi di sentirci ricordare ogni momento quanto siano ridotte le risorse a disposizione dell'ente, quanto sia grave la crisi economica, quanto drastica è la stretta imposta dallo Stato ladrone e, insomma, se ci sono le buche nelle strade bisogna portare pazienza perché i soldi per ripararle non crescono mica sugli alberi.
Lo sappiamo bene che non crescono sugli alberi: se ne stanno rintanati nei garage comunali, e nessuno osa disturbarli.
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