A Como città dai 32.8 centimetri sopra il livello idrometrico del 2 agosto, ieri il dato era di meno 17.2 centimetri a fronte della soglia limite (ma che ovviamente crea disagi enormi se raggiunta) di meno 40. E il meno 40 è sempre più vicino.
La storia dei grandi business milionari a monte (con le centrali idroelettriche che producono energia da milioni di euro) e valle (con i campi di mais che si snodano tutti attorno all'Adda) e del Lario-Cenerentola è purtroppo sempre la stessa. Cenerentola, però, qui non si trasforma in principessa e sposa il principe azzurro, ma rimane costretta a fare la serva. Niente carrozza, bel vestito e cavallo bianco, ma sponde che crollano, tonnellate di alghe, barche a secco. E l'elenco sarebbe lunghissimo.
I sindaci alzano la voce e chiedono, per prima cosa, di avere un posto nella stanza dei bottoni, cioé nel Consorzio dell'Adda. Chiedono anche di avere qualche spicciolo per ripagare i danni che subiscono mentre chi sta a monte e chi sta a valle tratta numeri milionari. Come pure sono cifre a sei zeri quelle che finiscono nelle casse della Regione Lombardia.
Ma il Lario non può più stare a guardare e se l'amministrazione provinciale (commissariata sì, ma guidata sempre dall'ex presidente Leonardo Carioni) non ha fatto passi, tocca a tutti coloro che sul lago vivono cercare di fare qualcosa per cambiare il finale alla storia. Tutti i Comuni rivieraschi - di Como e Lecco - potrebbero riunirsi in un comitato (senza indennità o costi di gestione, ovviamente) e rivendicare concretamente per prima cosa un posto nel Consorzio. Con atti protocollati e scritti e anche con manifestazioni di protesta, se necessario. Insomma avviare una battaglia di fatti e non di intenti. Il nostro territorio non può essere esautorato da tutte le decisioni e pagare solo dazio senza avere alcun beneficio dalla regolazione delle acque. Una volta ottenuta la possibilità di parlare ai tavoli che contano, i Comuni che sono sul lago dovranno poter avere degli introiti per i danni che subiscono e dovranno essere loro a gestirli direttamente. Un federalismo vero, insomma. Perché anche se Cenerentola non si trasformerà in principessa, potrebbe almeno smettere di fare la serva.
Gisella Roncoroni
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