Governo e Parlamento sui costi della politica non sono da meno di questi ultimi. Appena insediato, Mario Monti, brandì il cilicio annunciando sacrifici per tutti. Per i cittadini normali e per quelli super, cioè politici, supermanager pubblici e presunti tali.
Certo, lui e i ministri rinunciarono alle indennità. Ma quello era il venerdì degli olandesi. Di seguito sono arrivati il sabato del ripensamento e la domenica del tutti indietro. Perché di tagliare i costi della politica si continua a parlare. E basta. Incalzati dagli scandali che spuntano come le ciliegie (appena decollata Regionopoli è apparsa la lettera di Lavitola, che sarebbe quasi esilarante come quella di Totò e Peppino alla malafemmina se non ci fosse quel retrogusto di marcio), ministri e leader politici hanno ormai il riflesso condizionato delle parole in libertà: basta, serve una svolta, cambiamo tutto. Nel senso del Gattopardo, anzi neppure. Magari Monti & C avessero utilizzato, per tagliare i costi della politica, la stessa solerzia con cui sono intervenuti sulle nostre tasse. Invece solo chiacchiere. A partire dalla riforma dei rimborsi elettorali (il famoso finanziamento pubblico buttato giù dalla finestra con un referendum e rientrato dalla porta): quei soldi che l'ex tesoriere leghista Sposito usava per la laurea albanese del Trota. Sono cambiate le cose? Ma dai. Per finire con le spese delle Regioni: l'altro ieri il Lazio, ieri la Campania, oggi Piemonte e l'Emilia, domani segue il gruppo. Nel frattempo una sventagliata di parole in libertà: stop agli sprechi, è il momento di cambiare. Le ultime quello del ministro Passera: «Gli enti non virtuosi vanno commissariati» e di Roberto Formigoni: «Riduciamo le Regioni da venti a tre». I buoi sono scappati e si chiude la stalla.
Dire basta sprechi significa ammettere che gli sprechi ci sono stati. E i responsabili? Vanno in pensione - dorata - a 50 anni come "Er Batman" Fiorito grazie al confortevole statuto della Regione Lazio. Ci raccontano che con questa crisi siamo come al tempo di guerra. Allora però gli sprechi erano puniti. Oggi le indennità di parlamentari e consiglieri regionali non sono state scalfite. I provvedimenti sulle pensioni scandalo dei politici sono dei buffetti in confronto alla riformona che inchioda al tornio o alla scrivania per l'eternità i pochi italiani ancora forniti di un posto di lavoro. E l'antipolitica, nel frattempo, ringrazia e ingrassa.
Francesco Angelini
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